Circa due anni fa, quando venne svelata alla presenza dei reali inglesi, l’Aston Martin RapidE sembrava più una provocazione che una concept destinata effettivamente a entrare in produzione. La partnership con il fondo d’investimento China Equity appariva labile, e infatti non resse, così come la collaborazione con la cinese LeEco, conclusasi nelle fasi iniziali. In sostanza, appena nata, la RapidE sembrava già pronta per finire in soffitta, in attesa di tempi migliori. Tempi che, evidentemente, sono arrivati, dato che la Casa inglese ha confermato la produzione della supercar, variante a zero emissioni della coupé Rapide S.Solo 155 esemplariNon sarà la prima supercar a zero emissioni. Anzi, l’idea di una sportiva a batteria inizia a essere “vecchiotta”, dato che la Tesla Roadster risale al lontano 2008, l’Audi R8 e-tron è ormai realtà e la Porsche sta mettendo a punto da tempo il progetto Mission E che anticipa una “baby Panamera” ad accumulatori. Aston Martin arriverà in ritardo? Forse sì, ma forte di una peculiarità quale la collaborazione con la factory Williams, celebre per l’impegno in F1. Un plus cui si affianca l’esperienza maturata con la hypercar Valkyrie, tecnicamente vicina a una monoposto da Formula 1 ed equipaggiata con un powertrain ibrido da oltre 1.000 cv. Un modulo “cattivo”, basato su di un V12 6.5 aspirato realizzato dall’inglese Cosworth e un sistema per il recupero dell’energia simile al Kers impiegato in F1. Altrettanta raffinatezza verrà ora destinata alla prima supercar elettrica Made in Gaydon, disponibile nel 2019 e realizzata in 155 esemplari.Secondo step da 1.000 cvLa nuova RapidE deriva dalla “tradizionale” versione S, mossa dal consueto, per la gamma Aston Martin, V12 5.9 aspirato da 560 cv. La nuova coupé elettrica sarà equipaggiata con un pacco batterie high performance prodotto dagli specialisti di LG. La potenza dell’auto non è stata dichiarata, ma dovrebbe attestarsi a 800 Cv a fronte di un’autonomia di almeno 300 km. Tutto qui? Assolutamente no, dato che già si vocifera di una successiva evoluzione, a trazione integrale e dotata di due motori, quindi con un propulsore elettrico in corrispondenza di ciascun assale, accreditata di oltre 1.000 cv.