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Ha la forcella a doppia piastra, gli steli rovesciati, la trasmissione finale a catena e il forcellone in acciaio con monoammortizzatore. Però si guida solo con il gas e non fa nessun rumore. Considerarlo uno scooter è sbagliato (niente vani per lui), una moto? Nemmeno. Rieju NUUK è un Crossover nel più puro senso del termine, uno di quei veicoli che solo la trazione elettrica riesce a rendere possibili.
TEDESCO DENTRO
Su di lui l’azienda spagnola Rieju ha riversato quanta più tecnologia possibile, il powertrain (ormai va di moda chiamare così il pacco motore-inverter-batterie è realizzato da Bosch e non manca qualche spunto per rendere il Nuuk tecnicamente interessante. Il telaio, ad esempio, in parte riporta alla memoria quello dei “tuboni” di un tempo e se il peso delle batterie su questi veicoli è un problema che affligge la maneggevolezza e la guida, niente di meglio che piazzarle molto in basso. Scelta tecnica azzeccata, perché il NUUK alla fine ha una dinamica di guida molto piacevole. Non a caso è stato molto gettonato durante il nostro Ride 125 Experience Day, in mezzo a tante moto a marce la curiosità di provare l’elettrico è stata davvero molto forte.
SI GUIDA CON LA B
Tecnicamente, infatti, il Nuuk è paragonabile a una moto 125, il suo motore eroga 10,5 kW restando quindi al di sotto della soglia legale per poter essere guidato con la sola patente B. Una potenza che assicura circa 80 km di autonomia (ma dipende con che mappatura si guida) e una velocità massima di circa 110 Km/h, del tutto in linea, quindi con uno scooter o una moto da 1/8 di litro. Volendo esiste anche una versione da 4 kW con velocità limitata a 45 km/h omologata come ciclomotore. Visti pesi e dimensioni, la versione in prova (disponibile anche in versione cargo) è a parer nostro sicuramente quella da preferire.
SE SERVE RADDOPPIA
Le 2 batterie (4,8 kW/h di capacità totale) sono modulari e asportabili ed è possibile caricarle tranquillamente a casa, in alternativa si possono caricare tramite il cavo in dotazione. Tempo di ricarica: 5 ore per la ricarica dalla presa di casa. La modularità delle batterie è il classico colpo di genio: NUUK può montare fino a 4 moduli arrivando quindi, secondo quanto dichiarato, a 9,6 kW/h e quasi 200 km di autonomia.
RIDE
Un po’ moto un po’ scooter, il NUUK continua a non risolvere il dilemma anche una volta in sella. Azzardando, ma neppure troppo, potremmo dire che filosoficamente Rieju NUUK è un po’ come un Honda Integra o un X-ADV mezzi quindi che offrono una fruizione da scooter non hanno il serbatoio in mezzo alle gambe, ma offrono una dinamica di guida da moto. Ruote alte, forcella “vera” e forcellone leggero sono in effetti gli artefici di una guida più da moto che da scooter. Anche perché, saggiamente, Rieju ha piazzato in basso le batterie per cui il baricentro è piazzato in posizione favorevole.
PESO NELLA NORMA
A dirla tutta i 140 kg del Nuuk sono un peso assolutamente in linea con quello degli scooter 125 tradizionali (un Honda SH 125 ha un peso di 136 kg per intenderci) smentendo quindi il fatto che (almeno su un certo livello di prestazioni) non si riescono a realizzare mezzi elettrici leggeri.
MOTO O SCOOTER?
A far capire da che parte pende la bilancia tra scooter e moto pensa l’utilizzo quotidiano, ancor più dell’impostazione tecnica. Il Nuuk è paragonabile a una moto naked, offre poca protezione e non prevede vano sottosella. La sella, tra l’altro, è sdoppiata e concede di poter rialzare la parte dedicata al passeggero che diventa uno schienalino nel caso di utilizzo monoposto. Una moto quindi, su cui però ti siedi come con uno scooter, la posizione in sella è piuttosto seduta, con le gambe distese e il busto eretto. Più confortevole (quasi custom) che sportiva. Peccato perché come tutti gli elettrici il Nuuk ha il suo punto di forza nell’accelerazione.
FACILE FACILE
Elementare nella sua facilità d’uso (per “armare” il powertrain basta seguire le istruzioni sul display, offre prestazioni interessanti e al semaforo i 125 a combustione avranno amare sorprese. Ma il NUUK non è solo semaforo-semaforo; ruote alte e forcella vera offrono una piacevole stabilità e controllo che non viene mai meno, fino alla velocità massima (110 km/h). Non male anche i freni, anche se la frenata combinata è un po’ “demodee” per come si traferisce la pressione da una leva all’altra. L’efficacia però non è in discussione, la leva destra ripartisce la frenata con un rapporto 70-30 (anteriore posteriore), mentre la sinistra agisce solo ed esclusivamente sul posteriore. E ci si ferma in poco spazio.
AUTONOMIA
L’autonomia ovviamente dipende dalla mappatura utilizzata e dallo stile di guida. Usando il gas con moderazione, gli 80 km sono reali, facendosi prendere dal gusto delle accelerazioni togliete almeno un 10 percento. Se avete intenzione di allargare il raggio d’azione rispetto al commuting quotidiano i moduli aggiuntivi sono sicuramente consigliabili.