Immatricolazioni in Europa sempre più basse
Il 2022 prosegue con un calo delle immatricolazioni rispetto allo scorso anno: -6% per un totale di 682.596 unità immatricolate nell’Unione Europea. La crisi dei semiconduttori continua a influenzare le vendite di auto nel Vecchio Continente e sono pochi i costruttori a registrare un segno positivo. Nonostante il recente sorpasso di Stellantis a novembre 2021, il Gruppo Volkswagen continua a rimanere in testa con il 25,4% della quota totale di immatricolazioni; Stellantis cala e raggiunge il 20,5 di share.
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Giapponesi e coreani non mollano
Tra i pochi segni positivi nella tabella delle immatricolazioni, i brand asiatici mantengono l’indice in crescita. Tra questi Kia e Hyundai, rispettivamente +32,6% e +24,4%, sono i brand che sono cresciuti maggiormente, non solo in Europa ma anche in Italia. Anche Toyota (+10,6%), Honda (+10,7%) e Mazda (+17%) tengono alta la bandiera del Sol Levante. Da notare che, considerando un mercato europeo allargato al Regno Unito e ai paesi dell’EFTA (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera), brand come Honda hanno raggiunto un +50% delle immatricolazioni. Non solo gli asiatici tra i marchi in crescita ma il fatto che la produzione di semiconduttori sia concentrata in Asia potrebbe essere un chiaro indice di come i produttori europei continuino a “soffrire” la penuria di questi elementi alla base delle ultime tecnologie.
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Senza i semiconduttori, infatti, l’industria automobilistica (e non solo) non può fare affidamento sulla fornitura di materiali come il silicio, alla base di elementi come transitor, diodi, LED e tutti i dispositivi elettronici. Il fatto che la produzione di questi dispositivi sia concentrata a oriente potrebbe essere uno dei motivi per i quali i produttori orientali continuino a crescere in Europa, nonostante il continuo calo delle immatricolazioni. Resistono i tedeschi di Porsche (+38,2%) e Mini (+46,7%) – trainati dalle vendite di Taycan e Cooper SE– DS (+11,6%) e Dacia (+16,4%).