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Stellantis, ora è ufficiale. Ma 12 marchi non saranno troppi? Chi rischia e chi no

Il Gruppo VW ne ha 8 (esclusi veicoli pesanti e moto), Renault-Nissan-Mitsubishi 10, Toyota 3

Il matrimonio FCA-PSA s’ha da fare, ora sono arrivati anche gli ultimi, definitivi, sì. A darli, l’assemblea della società controllata dalla holding della famiglia Agnelli (Exor) e l’analoga assemblea di PSA, con oltre il 99,1% dei voti. Le fusione sarà perfezionata il 16 gennaio. Un accordo ufficializzato poco più di 12 mesi fa e che nel corso del 2020 è stato perfezionato. Fra i tanti punti dell’accordo, i più importanti sono sicuramente il ruolo di Carlos Tavares, che da CEO di PSA diventerà CEO del Gruppo allargato (8,7 milioni di veicoli prodotti all’anno circa, per 170 miliardi di fatturato), e quello di John Elkann, che ne sarà il Presidente.

E proprio di Elkann e Tavares sono le prime, più importanti dichiarazioni. Elkann: «Il ruolo di azionisti di riferimento che ricopriamo da oltre un secolo è stato determinante, fornendo capitali e coraggio, sia in tempi buoni che in tempi difficili. Negli ultimi 10 anni abbiamo aumentato di 5 volte il valore del gruppo Fiat, la fusione proposta con Groupe Psa è un ulteriore coraggioso passo avanti nel nostro viaggio». Tavares: «Psa e Fca sono due aziende in buona salute, ma siamo coscienti che insieme saremo più forti».

La sede di Stellantis si troverà in Olanda e il suo primo azionista sarà Exor, al 14,4%, seguita dalla famiglia Peugeot, con il 7,2%, lo stato francese con il 6,2% e i cinesi di Dongfeng con il 5,6%. Presidente sarà John Elkann, Robert Peugeot il vicepresidente, Carlos Tavares l’amministratore delegato. Il piano industriale disegnato da Tavares arriverà entro l’estate, ma intanto in Italia vanno avanti i progetti avviati nel 2019 che valgono 5 miliardi di investimenti.

Gli altri player principali hanno meno brand

Fin qui, gli aspetti più noti. Sussistono però – com’è ovvio che sia – moltissime questioni ancora da chiarire. Prima fra tutte, quella inerente la sorte dei marchi, che sono ben 12. Tenendo in considerazione esclusivamente la produzione automobilistica, quindi esclusi veicoli pesanti, moto, ecc., sono 4 in più di Renault-Nissan-Mitsubishi (Renault, Nissan, Mitsubishi, Infiniti, Alpine, Dacia, Venucia, Renault-Samsung, Lada e Datsun), 6 in più del Gruppo VW (Audi, Seat, Skoda, Volkswagen, Porsche, Bentley, Bugatti e Lamborghini) e addirittura 11 in più del colosso Toyota (Toyota, Lexus e Daihatsu).

Tagliare qualche marchio per migliorare l’efficienza?

Insomma, per una fusione che nasce con l’obiettivo principale di una maggior efficienza (quantificata in 3,7 miliardi di euro all’anno), la potenziale sovrapposizione dei brand potrebbe costituire un serio problema. Di seguito vediamo, brand per brand, qual è la situazione. I numeri di PSA sono quelli diramati ufficialmente, quelli di FCA sono una stima di Jato Dynamics, dal momento che il Gruppo non rilascia cifre suddivise per marchio.

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