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Auto elettriche: nuovi pedaggi per compensare le accise perse sui carburanti?

Non solo autonomia e colonnine veloci, tra gli obiettivi dell'elettrificazione rientra anche la sostenibilità economica.

L’avvento delle auto elettriche comporta notevoli cambiamenti, non solo all’interno dell’ecosistema automobilistico. Considerato che ormai la mobilità green è entrata a far parte del nostro linguaggio comune, è ora di prendere consapevolezza di alcune criticità come la sostenibilità economica e la tassazione dei carburanti, le accise. Prendendo come esempio il Regno Unito, i parlamentari inglesi hanno avvertito il governo del deficit fiscale che deriverà dal passaggio ai veicoli elettrici: 35 miliardi di sterline, corrispondenti a oltre 40 mld di euro. Senza una riforma urgente, una volta che i nuovi veicoli a benzina e gasolio verranno definitivamente abbandonati dal 2030, il dipartimento del Tesoro inglese potrebbe perdere un’ingente somma di denaro anche in vista del piano governativo Net Zero del 2050.

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pedaggio autostrade auto elettriche

Secondo il comitato dei trasporti inglese, l’unica valida alternativa alle accise è la tariffazione stradale. Una sostituzione alla classica imposta sui carburanti che comporterebbe l’aumento dei pedaggi. Non molti sono d’accordo e, con l’eccezione del Partito Verde, la messa in atto di una politica ben definita lascia ancora a desiderare. Tuttavia, il comitato dei trasporti afferma anche che la maggior parte degli automobilisti andrebbe a pagare una somma uguale o inferiore a quella che paga oggi riferendosi a questa transizione economica come “revenue neutral”, ovvero senza ulteriore guadagno da parte del governo.

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Nonostante questa dichiarazione, le preoccupazioni sono ancora molte: dall’uguaglianza di questa possibile tassazione al proseguimento delle politiche di incentivazione all’utilizzo dei mezzi pubblici, prima ancora degli incentivi per l’acquisto di un’auto elettrica. All’atto pratico, il Tesoro ha invitato il Dipartimento dei Trasporti a elaborare un organismo di libera concorrenza capace di definire un nuovo schema di tassazione entro la fine del 2022.

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In passato si era già tentata la costruzione di un meccanismo di tassazione che tenesse in considerazione la strada percorsa, il tempo impiegato e la tipologia di veicolo ma tra carenze tecnologiche e problemi di privacy dei dati non si è giunti a un risultato concreto. Nonostante i buoni propositi, è necessario sottolineare che gli automobilisti non pagheranno di più. Tra le problematiche evidenziate dalla RAC Foundation – Royal Automobile Club Foundation for Motoring – il rischio di creare un sistema di tassazione complesso (e costoso) è dietro l’angolo. Occorre coinvolgere anche le compagnie assicurative comunicando agli automobilisti cosa aspettarsi dal futuro, soprattutto se le promesse sono quelle di mantenere una spesa in linea con il passato.

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