Peccato per le cambiate “forzate”
Quanto al motore, il 1.800 cc 4 cilindri turbo da 292 CV e 320 Nm di coppia spinge come un dannato, non appena la sovralimentazione entra in pressione. Sì, un leggero ritardo di risposta c’è: minimo, sia chiaro, ma lo si percepisce distintamente. Poco male comunque: da 1.800 a 6.500 giri indicati è un vero piacere sentirlo sbuffare dietro le proprie spalle, in abbinamento all’unico cambio disponibile, un doppia frizione a 7 marce.
Una trasmissione che è anche l’unico aspetto che non mi convince di questa auto. Non tanto per i tempi di esecuzione, buoni come per tutti i doppia frizione, quanto per il fatto che anche in manuale, persino optando per la modalità di guida più spinta, a un certo punto fa di testa sua e passa al rapporto successivo.
Peccato. Mi vengono in mente per esempio le classiche due curve in rapida successione, separate da un breve rettilineo, da raccordare. La classica situazione in cui – chiedendo scusa al motore dentro di te – preferisci non cambiare marcia per non compromettere la fluidità. Bene, sulla Alpine non si può fare; l’elettronica te lo impedisce.
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