La sfida di Tesla: corrente alternata e continua
Se pensate che sia Elon Musk a lanciare la sfida vi state sbagliando: la guerra tra corrente continua ed alternata è stata già combattuta in passato, intorno agli ultimi anni dell’Ottocento. Da una parte il genio da cui prende il nome l’ormai miliardaria compagnia, Nikola Tesla, dall’altra l’altrettanto famoso inventore della lampadina (lampada elettrica ad incandescenza) Thomas Edison.
Tornando alle nostre batterie, un ulteriore grado di complessità è dato dal modo in cui l’elettricità passa dalle infrastrutture di ricarica alle batterie: stiamo parlando della differenza tra corrente continua, o diretta (DC), e corrente alternata (AC). Nel primo caso l’energia elettrica fluisce in un’unica direzione permettendo alla batteria di ricaricarsi senza ulteriori problematiche. Quando abbiamo a che fare con corrente alternata, ritroviamo un “flusso” di energia elettrica che, in modo poco intuitivo, cambia rapidamente direzione. Occorre quindi appianare questo comportamento convertendo la corrente alternata in continua: processo che richiede tempo ed un apposito convertitore (raddrizzatore di corrente).
Per questo motivo – semplificando, lo ricordiamo – ricaricare una batteria in corrente continua è più veloce e le nuove stazioni di ricarica in DC sono in grado di offrire potenze di ricarica oltre i 300 kW di potenza. Occorrono sistemi studiati appositamente, molto più ingombranti e costosi di una comune presa di casa e la classica “spina” non è certo in grado di essere attraversata da tali potenze. Insomma: la ricarica ultra rapida rimarrà, almeno per un po’ di anni, appannaggio dell’infrastruttura pubblica.