“Mi sono limitato ad aver fatto qualcosa che, egoisticamente, m’interessava”. Se ne è andato il 14 agosto 1988, 30 anni fa, Enzo Ferrari, lasciando in eredità un mondo. Quello di un’azienda famosa in tutti gli angoli del pianeta, che corre e vince nelle corse e produce vetture che, come ricordava lo stesso Ferrari, hanno “qualcosa di diverso, non sempre in meglio, ma qualcosa di diverso, perché c’è l’apporto intellettivo dell’uomo”.Sempre avantiNato al momento giusto, nell’era pionieristica dell’auto, Enzo ha sempre avuto una tenacia e un coraggio incredibili. Ma ha anche avuto una visione ben precisa: diventare Enzo Ferrari. Già nel 1929, dopo le esperienze come pilota Alfa Romeo, fonda una Scuderia per le corse. Nel 1937-38, con l’Alfa Romeo consenziente, comincia a costruire auto, che però non devono, per volere del Biscione, avere il suo nome. Nel 1951, rotti definitivamente i rapporti con Alfa, nasce la storia d’amore stilistica con Pininfarina, che ha dato alla luce le più belle Ferrari di sempre.L’ultima parolaAmava definirsi non un tecnico o un ingegnere, ma un “agitatore di idee e di uomini”. Era sempre lui che metteva l’ultima parola su una macchina, che fosse da corsa o di serie. E, pur non avendo le competenze tecniche necessarie, sapeva crearsele, circondandosi della gente “giusta”. Alla quale chiedeva tutto: spesso e volentieri, se c’erano da consegnare auto in tempo a facoltosi clienti in attesa, o fare modifiche alla macchina da Formula 1, non esistevano sabati né domeniche, Natale o Ferragosto. Tutti coloro che lavoravano per Ferrari erano, per così dire, di proprietà di Ferrari, così come i muri della fabbrica o le attrezzature.Gli albori del marketingCosì facendo, negli anni, la Ferrari è riuscita a diventare la Ferrari. Perché Enzo era, fra le sue innumerevoli identità (e senza forse saperlo esattamente) anche un esperto di marketing. Colui che, prima di molti, ha capito l’importanza di un logo, quel Cavallino Rampante che oggi è uno dei Marchi più conosciuti al mondo. Ma Enzo è stato anche un imprenditore capace di dire no ad un colosso come la Ford, accettando invece di entrare nella galassia Fiat.Ferrari e le donneUn uomo con un certo “pelo sullo stomaco” il Drake, senza dubbio, ma anche estremamente fragile, per la serie di lutti che ha funestato la sua vita: i suoi piloti – Gilles Villeneuve su tutti – il compianto figlio Dino, il fratello, perfino il padre. Ma Enzo Ferrari si è spesso saputo consolare con il gentil sesso: conquista sua moglie, la torinese Laura Garello, quando è nella Capitale Sabauda – senza un soldo – per chiedere un posto in Fiat, che gli viene rifiutato. Ci sarà poi la storia con Lina Lardi, la segretaria del carrozziere Orlandi di Modena, che diede alla luce il secondo figlio di Enzo, Piero Lardi Ferrari. E, infine, Fiamma Breschi, la “ex” di Luigi Musso, che Enzo avrebbe voluto sposare negli ultimi anni della sua vita.Io sono leggendaEnigmatico, molto riservato e burbero ma in fondo al cuore probabilmente tenero, Enzo Ferrari si è spento 30 anni fa in una Modena vuota per il Ferragosto, circondato da pochi e fedeli collaboratori. Regalandoci l’immagine di un uomo fondamentalmente solo, che ha dedicato la sua intera vita alla Ferrari, senza mai risparmiarsi. E ha saputo (anche per questo) creare un mito, diventando leggenda.