Da una parte c’è il mondo con le sue regole e le sue sensibilità, più o meno autentiche: basti vedere cos’è successo a COP26 per comprendere quanto, spesso, i programmi di sostenibilità delle aziende siano solo “greenwashing”. Dall’altro c’è la Ferrari, in buona compagnia di Lamborghini, Porsche e pochi altri. Marchi per i quali l’elettrificazione è sì un tema d’attualità, l’hanno anche già implementata in modo più o meno profondo sulle proprie auto, ma in un certo senso è come se volessero far capire che, se avessero potuto, ne avrebbero fatto molto volentieri a meno.
L’ultima testimonianza in questo senso arriva dalla Casa di Maranello, che ha svelato la Ferrari Daytona SP3. Un oggetto di meccanica e design a dir poco meraviglioso – e scusate se lasciamo da parte l’oggettività che sarebbe richiesta quando si parla di forme: in questo caso difficilmente ci saranno voci discordi – prodotto in 599 esemplari. Tutti già venduti, al prezzo di 2 milioni di euro ciascuno.
Il debutto della Ferrari Daytona SP3 al Mugello
L’occasione scelta per svelare la Ferrari Daytona SP3 sono le Finali Mondiali (l’evento che celebra la fine della stagione agonistica delle Corse Clienti del Cavallino), corse al Mugello. E proprio in onore al mondo delle corse è stata disegnata la Ferrari Daytona SP3. Precisamente, le muse ispiratrici sono la Ferrari 330 P3 e P4 e 350 Can Am. Si badi bene però a non confondere questa operazione con un “semplice” richiamo al passato. No: la SP3 è un concentrato di modernità stilistica, creata attorno a un vestito aerodinamico raffinatissimo, chiamato a gestire una potenza mostruosa (insieme al telaio, ovviamente) e a generare deportanza.
Per cogliere quest’ultimo aspetto basta volgere un attimo al posteriore, dominato dal gigantesco diffusore in carbonio. Lì va a concludersi il percorso forzato dell’aria convogliata nel frontale, guidato lungo tutta la vettura – sopra e sotto – al fine di schiacciarla a terra (e quindi aumentare il grip) riducendo al minimo la resistenza all’avanzamento.
Toccata quota 9.500 giri
E mentre il mondo di cui sopra si esalta per la coppia massima erogata già a zero, fa quasi commuovere leggere che il leggendario V12 Ferrari, qui di 6,5 litri e nella sua miglior forma di sempre, eroga la potenza massima a quota 9.250 giri (con la zona rossa a 9.500), con una colonna sonora che mette i brividi solo a pensarla. In vetta, la potenza è pari a 840 CV, mentre il picco di coppia viene raggiunto a 7.250 giri: 697 Nm. Numeri da conquistarsi, in un certo senso. Numeri che così ben spalmati lungo un arco di erogazione tanto ampio regalano il gusto autentico della guida. Quello che sì, ha bisogno anche del cambio, qui un “F1” a doppia frizione e 7 rapporti.
Il nome in codice di questo motore è F140HC: rispetto alla stessa unità montata sulla 812 Competizione, innanzitutto è montato in posizione posteriore centrale (non anteriore centrale) e poi perde peso grazie a bielle in titanio e ad altre migliorie, per una riduzione del 3% del peso rispetto al V12 originale. Le prestazioni? 340 km/h di velocità massima, 2,85 secondi per scattare da 0 a 100 km/h e 7,4 per bruciare lo 0-200 km/h. Numeri resi possibili anche dalla leggerezza e dalla rigidità del telaio in carbonio.
MOTORE
Tipo: V12 – 65°
Cilindrata totale: 6496 cm3
Alesaggio e corsa: 94 mm x 78 mm
Potenza massima: 618 kW (840 cv) a 9250 giri/min.
Coppia massima: 697 Nm a 7250 giri/min.
Regime massimo: 9500 giri/min.
Rapporto di compressione: 13,6:1
CONTROLLI ELETTRONICI
ESC; ABS prestazionale/EBD; F1-Trac; e-Diff 3.0; SCM-Frs; SSC (Side Slip Control) 6.1
DIMENSIONI E PESI
Lunghezza: 4686 mm
Larghezza: 2050 mm
Altezza: 1142 mm
Passo: 2651 mm
Carreggiata anteriore: 1692 mm
Carreggiata posteriore: 1631 mm
Peso a secco: 1485 kg
Rapporto peso a secco/potenza: 1,77 kg/cv
Distribuzione dei pesi: 44% ant. / 56% post.
Capacità serbatoio: 86 litri
PNEUMATICI E CERCHI
Anteriori: 265/30 ZR 20 J9.0
Posteriori: 345/30 ZR 21 J12.5
FRENI
Anteriori: 398 x 223 x 36 mm
Posteriore: 380 x 253 x 34 mm