Citycar, MPV, coupé e tutte le auto a rischio estinzione

Oppure a un forte ridimensionamento nei numeri. Le logiche del profitto non risparmiano nessuno…

Cabrio-coupé

Inizio anni Duemila – 2010: le spider e le cabrio con il tetto in tela sembrano destinate a sparire. Al loro posto, le cosiddette cabrio-coupé, ovvero le auto dotate di tetto metallico retrattile. Chiuse sembrano (sembrano, appunto…) coupé, aperte sono delle autentiche scoperte. Peccato che la capote in tela, considerata un “fastidio”, sia essa stessa parte del fascino di una cabrio. E che il tetto in metallo retrattile, a causa di tutti i meccanismi necessari a muoverlo, provochi un aumento di peso, in media, di circa 150 kg. Senza contare che comunque l’armonia delle forme di una coupé nata come tale resti un’altra storia. Risultato: dopo il proliferare delle varie Opel Tigra TwinTop e Cascada, Peugeot 206 CC (una delle meglio riuscite, peraltro) e 307 CC, Volkswagen EOS, BMW Serie 3 Cabrio (2007), Mitsubishi Colt CZC, Renault Wind e tante altre, oggi sul mercato ne restano pochissime: Ferrari Portofino, Mercedes SL e SLC (discendente della prima cabrio-coupé di successo dei tempi moderni: la SLK del 1996).

  1. Quelle per la famiglia
  2. Quelle per gli sportivi
  3. Quelle per tutti
  4. Quelle di rappresentanza
  5. Quelle “né carne né pesce”

 

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