fbpx

Auto elettriche: ecco tutti i tipi di motore e come funzionano

Semplici, leggeri ed efficienti. I motori elettrici per auto sono sempre più utilizzati. In questo articolo ve ne spieghiamo le origini, i principi generali di funzionamento e le più comuni tipologie adottate dalle Case automobilistiche.

Motore elettrico: origini e funzionamento

Partiamo dal principio. I primi esperimenti legati alle origini motore elettrico risalgono alla seconda metà del ‘700 quando Benjamin FranklinCharles-Augustin de Coulomb – per citarne solo alcuni – introducevano i principi fondamentali, teorici e pratici, legati all’elettricità. All’inizio solo un gioco per la borghesia del tempo: l’elettricità statica ed i suoi effetti, all’epoca sconosciuti e causa di forte stupore, rappresentavano poco più che uno svago per la parte più ricca della società.

Saranno le menti geniali di Alessandro Volta e Michael Faraday a porre i primi mattoncini dei moderni motori elettrici grazie all’invenzione della pila, capace di immagazzinare e convertire l’energia chimica in elettricità, e agli studi legati alle interazioni tra corrente elettrica e campi magnetici in movimento.

Piccolo e vecchio motore elettrico visto nelle sue due componenti principali: statore e rotore
Componenti principali di un motore elettrico: a sinistra il rotore, a destra lo statore

In linea molto generale, il funzionamento di un motore elettrico può essere semplificato nel seguente modo. Da una parte esiste una fonte energetica, ad esempio una batteria carica – leggi anche: “Auto elettriche, la guida definitiva la kilowattora” dall’altra un albero pronto ad essere messo in moto rotativo. Per realizzare questo movimento un motore elettrico sfrutta la legge dimostrata dal già citato Michael Faraday – legge di Faraday o di induzione elettromagnetica – applicandola all’atto pratico grazie a due componenti principali: statore e rotore.

Dettaglio dello statore - parte ferma - del motore elettrico di Porsche Taycan
Statore del motore elettrico di Porsche Taycan

Lo statore – grazie ad apposite soluzioni che approfondiamo nel prossimo paragrafo – è in grado di mettere in moto il rotore – posizionato generalmente al suo interno – grazie ai campi magnetici che vengono generati tra i due componenti. In altre parole, come l’esplosione della miscela aria-carburante all’interno dei cilindri mette in movimento – rettilineo alternato – i pistoni, così i campi magnetici generati tra statore e rotore mettono in moto – rotativo – quest’ultimo.

Rotore - parte cilindrica in movimento - del motore elettrico di Porsche Taycan
Rotore del motore elettrico di Porsche Taycan

Motore elettrico: origini e funzionamento
Motore in corrente continua: con spazzole o senza
Motore in corrente alternata: sincrono e asincrono
Lo stato dell’arte dei motori elettrici

Articoli correlati
Prova BMW M5 G90 - Gioco di prestigio
Prova Mini Aceman - La giusta via di mezzo?
Prova Kia EV3 - Il SUV elettrico compatto che pensa in grande