Raccoglie l’eredità di 60 anni di wagon Volvo. V90, la nuova famigliare di grandi dimensioni del brand svedese, è finalmente realtà. Terzo tassello del programma di rilancio della Casa di Göteborg, condivide con la berlina S90, dalla quale deriva, e con la SUV XC90 la piattaforma modulare SPA (Architettura di Prodotto Scalabile).Arriverà nelle concessionarie entro la fine del 2016 e andrà a sfidare i “mostri sacri” del segmento, vale a dire Audi A6 Avant, BMW Serie 5 Touring e Mercedes-Benz Classe E SW. Forte di un’estetica ricercata e di un massiccio travaso di tecnologia dalla SUV XC90, può contare su di una lunghezza di 4,96 metri; esattamente come la berlina S90. Da quest’ultima si distingue, oltre che per la linea di coda, per l’altezza superiore di (solo) 3 cm e il vano bagagli da 1.526 litri. Pressoché identici i motori della famiglia Drive-E, il cui fiore all’occhiello è rappresentato dalla versione ibrida plug-in T8 da oltre 400 cv. Un powertrain basato su di un “piccolo” 4 cilindri 2.0 a benzina sovralimentato mediante turbocompressore e compressore volumetrico, attivo sulle ruote anteriori e abbinato a un motore elettrico che trasmette il moto al retrotreno. Una configurazione che porta in dote da un lato la trazione integrale, dall’altro 407 cv e 640 Nm di coppia a fronte di un’autonomia a zero emissioni di 45 km.S90 T8, che adotta un cambio automatico a 8 rapporti, può contare su cinque modalità di marcia (Hybrid, Pure Electric, Power, 4WD e Save) e, soprattutto, su di uno scatto da 0 a 100 km/h in 5,2 secondi – un tempo degno di una sportiva – abbinato a una percorrenza media di quasi 50 km/l. Entry level della gamma a benzina è il quadricilindrico 2.0 sovralimentato mediante turbocompressore e compressore volumetrico proposto in configurazione “liscia”, vale a dire non ibridata, negli step da 245 cv e 350 Nm (T5) oppure da 320 cv e 400 Nm (T6). Completano la gamma i 4 cilindri 2.0 turbodiesel D4 e D5. Il primo accreditato di 190 cv e 400 Nm in abbinamento alla trazione anteriore e a una classica trasmissione manuale a 6 rapporti (0-100 km/h in 8,5 secondi), il secondo forte di 235 cv e 480 Nm (0-100 km/h in 7,2 secondi) oltre che delle 4WD e dell’automatico a 8 marce.Da tradizione Volvo, appare particolarmente curato il reparto sicurezza. Alle soluzioni hi-tech portate al debutto da XC90 si affianca una funzione inedita del sistema City Safety, vale a dire la rilevazione sia diurna sia notturna della presenza d’animali di grandi dimensioni – ad esempio cervi e cavalli – così da scongiurare le collisioni grazie ad appositi segnali e all’attivazione automatica della frenata d’emergenza. Una dotazione condivisa con S90 al pari del sistema di guida semi-autonoma, in grado di correggere automaticamente la traiettoria della vettura onde mantenerla allineata alla demarcazione delle corsie – a velocità autostradali e sino a 130 km/h – senza bisogno di seguire, diversamente dal passato, il veicolo che precede. Una vera e propria cassaforte a quattro ruote.contributo di Sebastiano SalvettiDRIVEUn po’ come quando si visita il ristorante di uno chef stellato, dove non si mangia semplicemente, ma si vive “un’esperienza”, su auto come le Volvo V90 non si tratta semplicemente di guidare, ma si vive un’esperienza di guida. Materiali ricercati, essenze di legno; la V90 accoglie pilota e passeggeri in un ambiente di stile molto “nordico”, un abitacolo luminoso, ampio e soprattutto comodo. L’esperienza di guida non significa solo andare da A a B nel migliore dei modi ma anche godere durante il viaggio du un sistema di infotainment da riferimento, una elettronica di alto livello (bellissimo il tablet nella consolle centrale con cui l’auto si interfaccia con i suoi occupanti) e un suono (musicale) che contribuisce ad appagare anche l’udito. La tradizione delle grandi wagon Volvo è rispettata appieno dalla V90 che oltre allo spazio senza fine offre anche un comfort da prima della classe. Premio qualità ai sedili, ma questa non è una sorpresa, chiunque abbia mai guidato una Volvo sa che in questo campo gli svedesi sono maestri, non li batte nessuno.Quelli della V90 sono sottili (così lo spazio ne guadagna) bellissimi ma hanno la capacità di avvolgere il driver e co-driver come quei materassi morbidi che trovi negli alberghi a 5 stelle. Altro plus la capacità di adattarsi a occupanti di ogni taglia, tra volante e sedile l’escursione delle regolazioni mi è sembrata più ampia del normale.L’eleganza della V90 è indiscutibile, il frontale con la firma luminosa che ricorda il martello di Thor è imponente, personale. La coda forse un po’ meno con i gruppi ottici che ricordano qualcosa di già visto. L’esperienza di guida marchiata Volvo è fatta anche di comfort acustico: non si potrebbe godere di un buon impianto audio (marchiato Bowers & Wilkins) se attorno non ci fosse un ambiente silenzioso; in questo la V90 eccelle. I rumori di motore e pneumatici arrivano molto ovattati alle orecchie dei passeggeri, il comfort acustico è al top della categoria (ci sono anche i doppi vetri optional) la Volvo eccelle e alla fine quello che ne ricavi è una grande sensazione di qualità.Qualità e solidità, perché quando ne impugni il volante e inizi a guidarla percepisci proprio nelle mani la grande sostanza della nuova ammiraglia svedese. Il “relaxed confidence” lanciato da Volvo per presentarla va oltre al mero claim del marketing. Effettivamente guidandola si percepisce di essere al volante di un’auto ben piazzata (e ci mancherebbe visti i quasi 1.800 kg di peso) che però riesce a coniugare quasi alla perfezione il comfort sullo sconnesso e il sostegno nelle curve. Se la strada è corrugata si apprezza l’effetto “tappeto volante” offerto dalle sospensioni, questo nonostante la V90 in prova fosse equipaggiata con ciclopici cerchi da 21 pollici calzati 245/35. Mentre quando si approccia un tratto misto si apprezza il rollio decisamente limitato. Segno questo, di un telaio molto ben progettato.Insomma è un piacere sentire la V90 tra le mani, sempre che lo vogliate fare davvero perché tra le varie features elettroniche della station svedese c’è anche il Pilot Assist, sistema di guida assistita che fa collaborare cruise control adattivo con lane keeping assit, offrendo un livello molto alto di guida assistita. Non siamo alla guida autonoma, occorre che il sistema percepisca sempre che almeno una mano sia sul volante (se si molla il volante il sistema manda un alert e si disattiva dopo qualche decina di secondi), anche se in pratica la V90 è in grado di accelerare, rallentare, frenare e sterzare in autonomia. Attivo fino ai 130 km/h (prima 50) il Pilot Assist non “aggancia” più il veicolo che precede come in passato ma legge le strisce per terra (che devono essere molto bene visibili il che in Italia potrebbe essere un problema) gestisce bene le curve molto ampie, meno quelle strette con magari un guard rail. Siamo a ottimi livelli anche se qualche concorrente con passaporto tedesco ha ancora qualcosa in piùIl capitolo motori vede la D5 in vantaggio nelle mie preferenze rispetto alla D4 (che però fa risparmiare 4600 euro e consuma anche meno), non tanto per i cavalli in più quanto per la coppia, che le consente di essere più brillante nei sorpassi e in ripresa e di far muovere i quasi 5 metri della V90 in modo generalmente più “sciolto”. Il Power Pulse, ovvero il sistema che sfrutta un serbatoio di aria compressa da iniettare nella turbina per eliminare il lag e dare più impulso all’accelerazione (solo su D5) si sente nelle partenze da fermo, (poi il serbatoio impiega altri 40 secondi per ricaricarsi), ma soprattutto è bello constatare come il quattro cilindri lavori in grande armonia con il cambio Geartronic a 8 rapporti, che è dolcissimo negli innesti e si prende solo qualche secondo per pensare al momento di un kick down per un sorpasso. Insomma la V90 offre tanto, un ambiente di bordo comodo, rilassato, materiali di qualità e una dinamica di guida convincente. Ne ha abbastanza per inculcare il tarlo del dubbio anche a chi vede solo tedesco.