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Porsche 911 serie 992: arriva nel 2018

L’icona Porsche si rinnova tanto nell’estetica quanto nella tecnica. Allo spoiler posteriore a tutta larghezza si accompagnano una nuova piattaforma, carreggiate più ampie, motori turbo per l’intera gamma e una probabile versione ibrida.

Rivoluzione, capitolo secondo. Dopo aver abbandonato i consueti motori a 6 cilindri aspirati in favore della sovralimentazione, la Porsche 911 si appresta ad affrontare un nuovo, ennesimo, cambiamento di fondo, consistente nel passaggio dalla serie 991 alla 992. Una vettura leggendaria, simbolo stesso della Casa di Stoccarda, si appresta a voltare pagina.Sorpresa durante alcuni test al circolo polare artico, diversamente dal passato la nuova 911 cambia sensibilmente anche sotto il profilo estetico. Fatta salva una forma che non può venire stravolta – sarebbe come “fare i baffi” alla Gioconda – spicca il debutto di un inedito spoiler posteriore attivo a tutta larghezza, destinato a garantire superiori valori di deportanza, così come di gruppi ottici resi più sottili e simili a quanto introdotto dalla concept elettrica Mission E oltre che dalla nuova Panamera. Differente anche la posizione degli scarichi, ora accentrata, mentre lungo le fiancate scompaiono le maniglie delle portiere, a tutto vantaggio della pulizia delle linee.L’evoluzione del frontale è minima, con alcuni tagli netti nella parte inferiore del cofano bagagli che richiamano la gettonata 996, mentre sotto il profilo tecnico è pressoché certa l’adozione di una nuova piattaforma modulare, che dovrebbe portare in dote carreggiate più ampie che in passato, così come l’estensione della sovralimentazione all’intera gamma. Con buona pace della GT3 che, sin dai tempi della 911 Carrera RS del 1973, progenitrice della serie, non aveva mai abbandonato la configurazione aspirata del boxer. I propulsori, anche per la serie 992, verranno proposti nel solo frazionamento a 6 cilindri. Un omaggio alla tradizione? Non troppo, dato che crescono i rumors relativi a una possibile versione ibrida. Non è chiaro, però, se si tratterà di un’ibrida plug-in, quindi con una vera e propria unità a zero emissioni abbinata al motore termico e con batterie ricaricabili mediante una presa di corrente esterna, oppure di una “semplice” soluzione full hybrid o, ancora, di una declinazione micro ibrida del powertrain, complice un impianto elettrico a 48 V.

 

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