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Prova Renault Mégane Grand Coupé

Negli ultimi tempi le berline a tre volumi del segmento C e della parte bassa del segmento D hanno fatto fatica a trovare spazio sul mercato e arrancano nelle retrovie delle classifiche di vendita. Eppure i vertici di Renault Italia hanno deciso di provare lo stesso a proporre nel nostro Paese la Mégane Grand Coupé e, francamente, il loro ragionamento ha il suo bel fondamento. La macchina costa infatti solo 500 euro più della berlina a cinque porte, rispetto alla quale offre però molto di più in termini di dotazione e abitabilità. La Mégane Grand Coupé cresce di 27 cm rispetto ala due volumi, 23 dei quali a livello dello sbalzo posteriore, per un bagagliaio che ora raggiunge i 550 dmc, e 4 relativi al passo, che si traducono pari pari in un maggior spazio per le gambe dei passeggeri posteriori. Parlando di equipaggiamenti, invece, Renault mette in più sul piatto il tetto apribile panoramico, i vetri privacy, il climatizzatore automatico a due zone, display e cerchi di maggiori dimensioni. Forse ce n’è abbastanza per chiudere un occhio sulla coda classicheggiante, peraltro nemmeno sgraziata. In moneta sonante la Renault Mégane Grand Coupé arriva in Italia con tre motori e due livelli di allestimento. Le best-seller saranno naturalmente le versioni a gasolio e in particolare la 1.600 dCi da 130 cv con cambio manuale abbinata al livello top, chiamato Intens, più ancora che con quello Zen (qui base ma intermedio sulle altre Mégane). Il ruolo di spalla tocca al 1.500 dCi da 110 cv, proposto anche con cambio robotizzato a doppia frizione EDC. Quest’ultimo è invece l’unica soluzione possibile con il 1.200 TCe turbo a benzina da 130 cv che completa la gamma. I prezzi di listino partono da 23.550 euro e il classico weekend porte aperte è in programma per il 25 e il 26 marzo.

LIVE

Da un punto di vista estetico la Renault Mégane Grand Coupé mantiene un chiaro family feeling con le sorelle  già a listino. Il frontale, in particolare, ripropone gli ormai tipici fari con i LED disposti a C, mentre in coda le luci puntano su una forma più allungata e lineare. Proprio il lato B rappresenta l’elemento distintivo di questo modello, con i parafanghi ben spallati e una furba alternanza di linee curve e tese. Quanto all’abitacolo, vi si ritrovano gli stessi arredi già visti su altri modelli. In mezzo alla plancia spazio dunque al display da 7 o 8,7 pollici, nel caso del sistema R-Link 2, con tutta la connettività che si possa desiderare. Belli anche i sedili, gli stessi in pratica che si ritrovano anche su Talisman, ampi, ben profilati e con imbottitura a doppia densità. Anche per merito loro il posto di guida è promosso a pieni voti, capace com’è di adattarsi a tutte le corporature grazie a regolazioni semplici e ampie. E se davanti si sta da re, dietro non va peggio, dato che, con lo schienale inclinato di 27°, si viaggia comodi e solo chi ha un’altezza molto superiore alla media rischia di sfiorare il padiglione.

DRIVE

I primi chilometri li faccio con la versione 1.5 dCi 110 cv e con il cambio EDC, che non va assolutamente male ma che mette presto in chiaro come l’appellativo Coupé si riferisca solo al taglio del tetto. Questa versione infatti non ha alcuna velleità sportiva, come testimoniano anche i 12,5 secondi dichiarati nello 0-100 e l’assenza delle levette dietro le razze del volante per la selezione manuale delle marce. Meglio dunque mettersi il cuore in pace e provare magari ad avvicinarsi agli ottimistici 3,7 l/100 dichiarati come consumo medio, godendosi il buon comfort di marcia. Da questo punto di vista, le sospensioni filtrano bene buche e avvallamenti, mentre ad alta velocità la silenziosità può risentire solo di una leggera rombosità di fondo. Nulla di grave, comunque: anche in autostrada passeggeri anteriori e posteriori possono chiacchierare anche a bassa voce senza alcun problema.

Parlando dell’assetto, va detto che la Renault Mégane Grand Coupé sa comunque anche assecondare una guida brillante. La piattaforma modulare CMF C/D, la stessa impiegata anche da Talisman ed Espace è di sana e robusta costituzione e, complici i cerchi da 18 pollici dell’allestimento Intens provato, rende la macchina precisa nel misto. il suo habitat naturale sono chiaramente i curvoni veloci, dove mette in mostra una buona tenuta e appoggi sicuri sulle ruote esterne. Anche nelle svolte più secche, comunque, gli inserimenti in traiettoria sono puliti, la tendenza ad allargare resta contenuta e, in caso di correzioni, le reazioni sono graduali e prevedibili. Buone notizie, insomma, per chi sceglierà il motore più potente, quel 1.600 turbodiesel già provato anche in altre occasioni e che qui si conferma ancora una volta vivace. Certo l’erogazione non è lineare come nel caso del fratello minore ma l’entrata in coppia più decisa è un prezzo che si può pagare volentieri per contare su ben 320 Nm, che garantiscono spunti più vivaci (il tempo nello 0-100 scende a 10,5) e su un tiro ai regimi intermedi invidiabile.

 

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