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Rally replica: il mondo perduto

Negli Anni ’90 erano il sogno d’ogni appassionato: le rally replica, vetture di serie tecnicamente ed esteticamente simili ai modelli da competizione, sono ormai un lontano ricordo.

Il panorama delle 4×4 turbo vive un momento difficile

Il ritiro ufficiale della Subaru dal Mondiale rally ha portato a una sorta di “demotivazione” della Casa delle Pleiadi nei confronti del segmento. Certo la nuova WRX STI può contare su di un 4 cilindri boxer 2.5 turbo da 300 cv, l’interasse maggiorato di 25 mm rispetto al passato e la tradizionale trazione integrale – oltre a una trasmissione manuale a 6 rapporti –, ma la cattiveria di un tempo è un miraggio. Il sistema di gestione del propulsore SI-Drive che permette di selezionare tre diverse mappature influenzando la quantità di benzina iniettata nei cilindri, l’anticipo d’accensione e la fasatura della distribuzione, ha sì portato in dote una maggiore trattabilità nell’utilizzo quotidiano, ma a discapito della rabbia ai medi e alti regimi.

Subaru WRX 2.5 STI

Un peccato, specie considerando la raffinatezza delle 4WD permanenti, corredate di tre differenziali con diverse possibilità di bloccaggio; dalle varianti automatiche, che privilegiano la distribuzione dei Nm verso l’asse anteriore o posteriore, alla gestione manuale, caratterizzata da 6 step incluso il blocco totale.

L’anno d’oro? Il 1993

Degli Anni ’90 è restato poco o nulla

Chi si erge a paladina delle rally replica?

Nuova Polo GTI

Citroën e Peugeot

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