Il panorama delle 4×4 turbo vive un momento difficile
Il ritiro ufficiale della Subaru dal Mondiale rally ha portato a una sorta di “demotivazione” della Casa delle Pleiadi nei confronti del segmento. Certo la nuova WRX STI può contare su di un 4 cilindri boxer 2.5 turbo da 300 cv, l’interasse maggiorato di 25 mm rispetto al passato e la tradizionale trazione integrale – oltre a una trasmissione manuale a 6 rapporti –, ma la cattiveria di un tempo è un miraggio. Il sistema di gestione del propulsore SI-Drive che permette di selezionare tre diverse mappature influenzando la quantità di benzina iniettata nei cilindri, l’anticipo d’accensione e la fasatura della distribuzione, ha sì portato in dote una maggiore trattabilità nell’utilizzo quotidiano, ma a discapito della rabbia ai medi e alti regimi.
Un peccato, specie considerando la raffinatezza delle 4WD permanenti, corredate di tre differenziali con diverse possibilità di bloccaggio; dalle varianti automatiche, che privilegiano la distribuzione dei Nm verso l’asse anteriore o posteriore, alla gestione manuale, caratterizzata da 6 step incluso il blocco totale.
Degli Anni ’90 è restato poco o nulla