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Subaru XV 2.0 e-Boxer, la prova di 1000 km

Di SUV è pieno il listino. Nessuno però ha il boxer, il 4X4 come unica scelta e, volendo, anche l’ibrido. Nessuno tranne Subaru XV…

Se anche voi siete tra quelli che pensano che i SUV (e/o i crossover, ormai le barriere fra le due definizioni stanno cadendo) siano tutti uguali, guardate qui. Guardate la Subaru XV, perché su questa macchina di banale non c’è nemmeno un bullone. Esternamente, certo, ma anche e soprattutto sotto alla carrozzeria.

E anche dentro si capisce come in Subaru amino fare le cose a modo loro. Non hanno fretta per esempio di rincorrere la concorrenza che ormai si è buttata sui display digitali anche per la strumentazione. No, sulla XV le lancette del tachimetro e del contagiri sono ancora al proprio posto. Stesso discorso per i comandi: c’è ovviamente il touch screen, da 8”, ma i cari vecchi pulsanti non si mettono in discussione. Il che, dal mio punto di vista, è un vantaggio per quello che riguarda la facilità d’uso: concentrare tutto sugli schermi a sfioramento complica la vita dell’utilizzatore. Aspetto di non poco conto, se si è impegnati nella guida.

A proposito: la posizione (di guida) è davvero ben studiata, con il piantone di sterzo che gode di ampie regolazioni e, insieme al sedile non troppo profilato, consente a persone di tutte le taglie di trovare la sistemazione ideale. Insomma un posto apparentemente perfetto – e poi vedremo se le cose stanno davvero così – per percorrere 1000 chilometri.

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