Nissan Qashqai
Jeep, dunque, dimostra coraggio nel mettere insieme l’estetica e la versatilità di un fuoristrada con la meccanica di un’auto (anche se più robusta, certo). Nissan ne mette sul piatto almeno altrettanto, se non ancor di più, quando nel 2006 decide di affrontare il segmento C (quello della Golf) con un oggetto che fino a quel momento non esisteva.
Non in quei termini, non in quella fascia di mercato. Di cosa si tratta? Di un SUV pensato quasi esclusivamente per l’asfalto. In sostanza, invece di rinnovare l’anonima Almera, Nissan decide di “traslare” le doti di un’auto di segmento C a qualche cm in più dall’asfalto. Con l’aggiunta, per chi lo voglia, della trazione integrale.
Qualcuno sostiene che Nissan non avesse scelta: soprattutto in Europa, la leadership della VW Golf era (ed è) praticamente indiscutibile. Più in generale, i giapponesi hanno bisogno di qualcosa di forte, perché nei primi anni Duemila sono in crisi nera. Insomma: è la classica scommessa che può portare alla chiusura dell’azienda (o alla sua cessione per pochi soldi) o a un insperato successo.Come siano andate le cose, lo sapete benissimo: la Qashqai coglie tutti di sorpresa. I clienti trovano la risposta a una domanda che forse nemmeno loro avevano ben chiara in testa. La concorrenza si vede costretta a inseguire e, per diversi anni, a lasciare a Nissan un monopolio di fatto (che nel 2008 raddoppia con la Qashqai+2) Una posizione di vantaggio che frutta 1,2 milioni di esemplari venduti già nel 2010, quando arriva il primo restyling.