Cade un tabù grazie a Polestar: “elaborare” un ibrido, seppure in via ufficiale, non è più follia. La divisione sportiva Volvo interviene infatti sulla variante plug-in, denominata T8, della SUV XC90, ottenendo prestazioni superiori alla versione base senza incidere sui consumi.
In configurazione strettamente di serie, la top di gamma XC90 T8 può contare su 408 cv e una percorrenza media dichiarata di 47,6 km/l grazie all’interazione tra un “piccolo” 4 cilindri 2.0 a benzina sovralimentato mediante turbocompressore e compressore volumetrico, attivo sulle ruote anteriori, e un motore elettrico da 87 cv che trasmette il moto al retrotreno. Un abbinamento che porta in dote da un lato la trazione integrale, dall’altro 640 Nm di coppia a fronte d’emissioni d’anidride carbonica nell’ordine dei 49 g/km, mentre l’autonomia in modalità esclusivamente a batteria è di 43 km. Ebbene, grazie alle cure Polestar la potenza massima raggiunge i 421 cv (+13 cv) e la coppia i 680 Nm. Valori cui consegue uno scatto da 0 a 100 km/h in 5,5 secondi contro i 5,6 secondi appannaggio della T8 base.
Il kit dedicato, denominato Polestar Performance Optimisation, introduce migliorie nella risposta alle pressioni dell’acceleratore, nella precisione di guida, nelle prestazioni del powertrain e nella logica di gestione del cambio automatico a 8 rapporti del tipo mediante convertitore di coppia. Nello specifico, la trasmissione mantiene più a lungo la marcia innestata qualora si affronti una sequenza di curve con un piglio particolarmente sportivo, favorendo l’azione del freno motore e lo sfruttamento al 100% della cavalleria. L’upgrade, immediatamente disponibile, non influisce sulle cinque modalità di marcia (Hybrid, Pure Electric, Power, 4WD e Save) così come sul recupero dell’energia nelle fasi di frenata. Con Polestar, l’ibrido diventa “bollente”.