MV AGUSTA TURISMO VELOCE LUSSO SCS
Anche MV Agusta propone un suo punto di vista sul mondo crossover e lo fa con una delle moto probabilmente più riuscite del marchio di Schiranna. La Turismo Veloce Lusso SCS rappresenta l’apice della gamma e si caratterizza per una soluzione tecnica unica: la frizione automatica SCS.
Sviluppata da MV Agusta insieme a Rekluse questa frizione consente di guidare senza mai dover tirare la leva. Il che, ve lo diciamo subito, è una immensa comodità. Ma basterà a far salire in classifica la Turismo Veloce? Vedremo. Il suo motore tre cilindri offe l’unicità tecnica dell’albero controrotante, è il più piccolo tra i presenti in comparativa, solo 799 centimetri cubi, che non gli impediscono però di raggiungere i 110 cavalli e gli 84 Newtometro di coppia. La dotazione è ottima e allineata alle migliori concorrenti, a parte Ride by Wire multimappa e controlli elettronici compreso l’ABS cornering la Turismo veloce butta sul piatto anche le sospensioni semiattive Skyhook il cui smorzamento è regolabile facilmente dal cruscotto.
La Turismo Veloce è anche una delle moto più compatte del confronto, l’interasse è il più contenuto così come gli ingombri generali, anche quando si montano le borse – di serie – perché MV ha studiato un codino estremamente rastremato. Però è quella con il serbatoio più capiente di tutte: ben 21,5 litri. Escursione delle sospensioni nella media del segmento 160/165 millimetri, cosi come l’altezza sella a 830 mm. Il peso rilevato dalle nostre bilance è di 222,5 chilogrammi con 5 litri di benzina. Con il pieno e le borse si sale a 243,5.
Come va la MV Agusta Turismo Veloce Lusso SCS, , l’opinione di Stefano Cordara
MV Agusta Turismo Veloce Lusso SCS, sigla lunghissima che va a indicare la punta di diamante della casa di Schiranna per quanto riguarda le moto Crossover. Turismo Veloce che sappiamo potrebbe finire la sua carriera a fine 2024, potrebbe uscire di gamma, e in questa comparativa sconta un po’ la carta d’identità del progetto non più freschissimo. Ha, però, delle unicità: l’albero motore controrotante, per esempio, che è l’unica ad avere e le regala una maneggevolezza, un ingresso in curva veramente pazzesco e poi la frizione SCS in bella vista che consente di utilizzare la moto senza mai tirare la leva della frizione, tant’è vero che abbiamo anche il freno a mano che blocca il freno posteriore perché la moto resta praticamente sempre in folle.
Questa caratteristica a me, personalmente, piace molto perché, quando stai andando in giro rilassato, magari sei in coda e hai sempre la frizione in mano, con questa non la usi. Non piace a tutti perché il problema è far funzionare bene frizione ed elettronica in modo che siano abbastanza sincronizzate l’una con l’altra. Questo, però, non sempre succede qui con la MV Agusta Turismo Veloce perché a volte tende un po’ a strappare e la frizione è molto dura da azionare… Insomma, sulla frizione c’è stato un po’ da discutere. Il motore è il più piccolo della comparativa, 799 cm cubi, è quello che gira più alto, quello che allunga di più però, ovviamente, è quello che paga un po’ in termini di coppia: mentre con le altre metti le marce e fai gli “short shift” a 4.000 giri, qua devi far girare di più il motore per averlo li pronto. Ma se lo tieni ai regimi giusti il motore spinge eccome.
La posizione di guida è un po’ particolare perché la moto è molto compatta, è quella con l’interasse più piccolo di tutti, la distanza tra la sella del pilota e quella del passeggero è abbastanza contenuta quindi ti obbliga quasi in una posizione un po’ incastrata, non riesci a muoverti tanto, però lo schiumato e la forma della sella sono tra i migliori, anche per il passeggero. Le borse sono molto ben integrate nella moto, è la più stretta con le borse, il loro volume è sufficiente, la forma non così regolare quindi non sono perfette da caricare però, da questo punto di vista niente, da dire. Ottima la protezione perché il cupolino viene su bene, si solleva facilmente ed è molto vicino al guidatore.
La strumentazione non è così leggibile. Le sospensioni semi-attive sono valide, si può regolare tutto dal cruscotto molto facilmente ma il precarico bisogna darlo a mano e vale, più o meno, tutto quello che abbiamo detto per la Guzzi, cioè che, se ho le sospensioni semi-attive, mi piacerebbe avere anche il precarico regolabile, anche considerando il prezzo della Turismo Veloce. Detto questo, come dicevo è una moto che paga un po’ l’anzianità del progetto e paga un po’ la compattezza della moto che, però, per chi non è altissimo potrebbe quasi essere un vantaggio, pure in coppia.