Race replica in miniatura
Campionato SS300. Al mondiale e al CIV si danno battaglia (e che battaglia) moto sportive con cilindrata che va dai 300 ai 400 cc. Sono moto figlie del nostro tempo, piuttosto semplici ed economiche (anche se comunque velocissime) in listino a prezzi competitivi per conquistare tanto i mercati emergenti quanto i nostri neo patentati A2.
Che forse non sanno che c’è stato un tempo in cui in questa categoria sono arrivate moto degne della miglior gioielleria. Raffinatissimi missili a 4 cilindri da 15.000 giri – e oltre- telai d’alluminio, sospensioni e freni al top. Arrivavano dal Giappone, naturalmente, perché laggiù la cilindrata 400 era il massimo guidabile con una patente semplice da ottenere (tra l’altro a 16 anni) e non molto costosa. Oltre questa soglia la patente per le 750 (cilindrata massima ammessa ai tempi) aveva costi proibitivi ed era difficilissima da ottenere. Normale quindi che le 4 sorelle si siano date battaglia senza esclusione di colpi in un segmento che, nel Paese del Sol levante, è ancora oggi fortissimo. Erano tempi in cui il concetto di “piattaforma” ai giapponesi era semplicemente sconosciuto. Costruire un motore apposta per una sola moto per loro era quasi la normalità. Tempi felici, per chi li ha potuti vivere.Ovviamente nessuno dei marchi giapponesi si è tirato indietro: Honda, Kawasaki, Suzuki, e Yamaha hanno sfornato una serie di autentiche race replica in miniatura che oggi sono ricercatissime dagli appassionati. Così mentre in Italia i 18 enni dell’epoca si infiammavano per la Suzuki RGV250 gamma o l’Aprilia RS250 con motore bicilindrico 2T (lo stesso peraltro), e ancor prima per la Yamaha RD 350 LC, in Giappone pensavano già a 4 tempi. Rare come perle, perché l’unica ad essere importata regolarmente fu la Kawasaki ZXR400, le altre arrivarono molto alla spicciolata (alcune non arrivarono nemmeno) ma è bello parlarne perché queste moto con i loro motori 4 cilindri sono degli autentici gioielli di ingegneria miniaturizzata.
Oggi il 4 cilindri 400 torna di attualità, con una sportiva cinese: la Kove 400 RR. Il brand (date un’occhiata al suo sito) che a EICMA ha stupito tutti per con la sua Maxi Enduro, butta un occhio anche verso le supersportive con una carenata 4 in linea 399 cc da 68 CV a 13.500 giri. Prestazioni allineate e in alcuni casi superiori ai gioielli giapponesi dell’epoca. Una moto fuori tempo massimo? A quanto pare quelli di Kove prendono tutto molto sul serio e chissà come sarebbe un campionato supersport 400 con queste mot0?. Certo è che avrà pure le alette ma il fascino delle piccole superbike non lo batte ancora oggi nessuno.