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Prova Kawasaki Versys 1000 SE, viaggio in prima classe

Ad Akashi hanno perfezionato la loro ammiraglia turistica, la Kawasaki Versys 1000, ora disponibile anche in versione SE. A fronte di un prezzo ragionevole, la Versys propone un pacchetto estremamente completo e moderno.

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Niente rivoluzioni, ma ora è più completa e moderna: si potrebbe raccontare così la nuova Kawasaki Versys 1000 (disponibile ora anche in versione SE), una crossover con ruote da 17” estremamente comoda e concreta. Il segmento non è particolarmente frequentato:  BMW S1000XR e Ducati Multistrada sono le più sportive, poi c’è la Triumph Tiger Sport. Tuttavia propone una soluzione a chi cerca il comfort di una gran turismo senza rinunciare alla posizione di guida rialzata.

Lavoro di cesello

I tecnici hanno lavorato in punta di matita sulla Kawasaki Versys 1000, equipaggiandola con la più moderna tecnologia. Il motore non è cambiato nei valori fondamentali: 4 cilindri da 1.043 cc, eroga 120 cv a 9.000 giri e 102 Nm e ha un’erogazione più convincente ai medi regimi. Debutta l’acceleratore elettronico,  che abbinato all’inedita IMU a 6 assi ha permesso di montare l’ABS con funzione cornering (che in Kawasaki chiamano KIBS). Il telaio si conferma perimetrale in alluminio con quote abbastanza compatte per una turistica (1.520 l’interasse). Lavora con sospensioni a lunga escursione (150 mm davanti, 152 mm dietro). Il peso (in ordine di marcia) non è indifferente: 253 kg.

Per gli incontentabili

La vera novità è la Kawasaki Versys 1000 SE, una versione particolarmente raffinata. Ci sono le sospensioni semi attive KECS (forcella e monoammortizzatore) già viste sulla ZX-10R SE, oltre a tanti altre soluzioni utili: manopole riscaldabili, plexiglas maggiorato (regolabile, come sulla standard), schermo TFT a colori che è possibile collegare allo smartphone, cambio elettronico up&down e Riding Mode (Rain, Road, Sport e Rider), che gestiscono il livello di controllo di trazione KTRC e la mappatura del motore. Non è finita: la Versys 1000 SE sfrutta le cornering lights per illuminare meglio l’interno curva e la sua carrozzeria utilizza una verniciatura di tipo rigenerativo, in grado di ripararsi da sola. Tutto questo, però, fa salire il peso a 257 kg.Le Kawasaki Versys 1000 standard e SE condividono gran parte della dotazione, come il cruise control, le pinze freno radiali monoblocco con dischi da 310 mm di diametro, la sella in due pezzi e la fanaleria Full LED, oltre alla presa accendisigari a sinistra del cruscotto. Una rinfrescata l’ha ricevuta anche il design, per merito soprattutto dei gruppi ottici.

Ok, il prezzo è giusto

Per viaggiare senza limiti, in moto, servono le borse: Kawasaki le vende a parte, singolarmente oppure nei pacchetti Tourer Plus (fari supplementari, paramani e borse) o Grand Tourer (tris di valigie, paramani, fendinebbia, supporto GPS e protezioni telaio). Ecco i prezzi: si parte dai 13.290 euro richiesti per la Versys 1000 standard (100 euro in più rispetto al modello precedente) per arrivare ai 18.690 euro della SE Grand Tourer; nel mezzo c’è la normale SE a 16.690 euro.

RIDE

La Kawasaki Versys 1000 non è mai stata una moto aggraziata ma il lavoro svolto dai designer l’ha quanto meno resa coerente con il resto della gamma. Ogni dettaglio è realizzato con cura: viti fuori posto o plastiche posticce non ce ne sono. Alzarla dal cavalletto richiede uno sforzo ragionevole (si ringrazia la sella a 840 mm) e una volta issati ci si trova al comando di una compatta nave da crociera. La sella assomiglia al bracciolo di un sofà per quanto è imbottita e lascia tanta libertà di movimento. Le braccia trovano naturalmente il manubrio. La strumentazione è minuta ma si consulta con facilità.La nuova Kawasaki Versys 1000 è in controtendenza: ai codini striminziti risponde con una sontuosa sella sdoppiata, ai cupolini tutti spigoli e linee mozzate risponde con un plexi (quello della SE in particolare) ampio e molto protettivo. Ci si trova subito a proprio agio, coccolati da un ambiente accogliente e provvisto di ogni agio.

Facile facile

La Kawasaki Versys 1000 SE ha un bilanciamento superlativo: l’imponente massa di oltre 260 kg (con il tris di valigie) è ben mascherata e le manovre a bassa velocità si affrontano senza patemi. Il nuovo Ride by Wire contribuisce parecchio: la gestione del gas è millimetrica, anche nelle piccole aperture, e simula con coerenza la precisione di un comando a cavo. La frenata ha un attacco dolce e le sospensioni semi attive digeriscono qualunque tipo di ostacolo.

Che sorpresa

A proposito: la sorpresa di questa moto sono proprio le nuove sospensioni semi attive. Filtrano, lavorano e si adattano a ogni situazione, senza restituire al pilota sensazioni artefatte. Si ha sempre a disposizione un assetto di qualità, che a seconda delle esigenze (dell’asfalto e del pilota) può privilegiare il comfort o il sostegno.

Forza 4

Nonostante la lunga escursione le sospensioni assecondano a dovere anche la guida arrembante, alzando bandiera bianca solo quando si pretende di osare come su una sportiva. Un comportamento ben assecondato dal motore: il 4 cilindri ha spinta da vendere ma eroga la coppia in maniera fluida e regolare. Il crescendo entusiasmante si affievolisce solo quando la lancetta del contagiri passa quota 8.000. L’elettronica lo tiene a bada ed è più conservativa che sportiva, anche impostando la mappatura su Sport. Il controllo di trazione privilegia la sicurezza più che la trazione ma il taglio non è mai brusco e permette di divertirsi senza pensieri.

Salto di qualità

La nuova Versys 1000 SE è un bel passo avanti: il design rimane singolare, ma il resto del pacchetto è quasi inattaccabile. A fine prova ci sono solo due appunti sul taccuino: a 6.000 giri compare una lieve vibrazione ad alta frequenza su pedane e manubrio e le borse laterali hanno una forma irregolare, figlia del design, che obbliga a giocare a Tetris coi bagagli. Per il resto non ci sono controindicazioni per affrontare qualunque tipo di viaggio, soprattutto grazie alle nuove sospensioni semi attive.

 

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