Guidare una bicilindrica da 300 cc per le vie di Bangkok o di Jakarta significa non passare di certo inosservati; in estremo Oriente, infatti, le maxi come le intendiamo noi praticamente non esistono e, anche se il mercato delle due ruote fa numeri di venti volte superiori a quelli europei, moto come la Kawasaki Z300 sono considerate delle vere e proprie superbike. E’ proprio per quei mercati dunque che sono nate la Kawasaki Z250 SL e la Z300, sul solco delle precedenti ZZR250, Ninja 250 e Ninja 300. Ora, per la gioia dei patentati A2, arrivano anche in Italia, dove i giovani sono ancora troppo appassionati di social network e poco di moto, ma dove comunque il mercato delle piccole cilindrate, in cui Kawasaki ha creduto per prima anni fa importando la Ninja 250, sembra essersi un tantino risollevato.LIVELa parentela con le sorelle maggiori della famiglia “Z” – Z800 e Z1000 – è indiscutibile, sin dal primo colpo d’occhio, con quello sguardo cattivo e le linee spigolose e taglienti, la Z300 ha un aspetto molto “adulto”, sembra una moto di cilindrata superiore.Più piccola e leggera la 250, con l’ago della bilancia che si ferma ad appena 148 kg di peso con tutti i liquidi (150 con l’ABS); più massiccia la 300, con i suoi 170 kg di peso.Il telaio è in tubi d’acciaio su entrambe le piccole “Zeta” con un’architettura leggermente differente. Identico il reparto sospensioni che si affida, davanti, a una forcella telescopica Showa con steli da 37 mm e, dietro, ad un monoammortizzatore Kayaba con precarico regolabile.Anche gli impianti frenanti sono gli stessi con disco a margherita da 290 mm all’anteriore e da 220 mm al posteriore. L’ABS Nissin è opzionale sulla 250 mentre è di serie sulla 300.Le ruote, da 17 pollici di diametro sia sulla 250 sia sulla 300, calzano pneumatici 100/80, 130/70 sulla “2 e ½” e 110/70, 140/80 sulla Z300.La ciclistica, come abbiamo visto, è quindi pressoché identica, mentre i cuori delle due “Zetine” battono in maniera del tutto diversa. E’ un monocilindrico a quattro valvole raffreddato a liquido il propulsore che muove la Z250 ed è capace di sviluppare 20,6 kW (28 cv) a 9.700 giri e 23 Nm di coppia a 8.200 giri. A spingere la Z300 invece ci pensa un bicilindrico parallelo a otto valvole (lo stesso della Ninja 300), capace di 29 kW (39 cv) a 11.000 giri e 27 Nm a 10.000 giri.Kawasaki Z250 SL e Z300 sono già nelle concessionarie nelle colorazioni verde e nera. Costa 4.290 euro franco concessionario la 250 (4.690 con ABS); 5.190 euro la Z300 con ABS compreso nel prezzo.Sapranno andare lontano le piccole Z? Lo sapremo con le prime risposte del mercato. Intanto la Z300 con ben 17 litri di serbatoio (11 la 250) di strada sembra volerne fare davvero tanta. RIDEEntrambe le selle sono basse (785 mm da terra), come si addice a una “prima moto”, per poter poggiare i piedi a terra con facilità; le posizioni di guida, tuttavia, sono differenti e vedono la Z250 SL molto raccolta e con il manubrio piuttosto basso. Decisamente più azzeccata e confortevole invece (anche se la sella è forse un pelo dura) quella della Z300, che è più accogliente e non stanca nemmeno dopo aver percorso molti chilometri.Borbotta il monocilindrico della 250 e frulla il bicilindrico della 300 ma, tipologie di sound a parte, i propulsori sono entrambi molto silenziosi. Per farsi sentire un po’, la Z300 può contare su uno scarico Akrapovic opzionale.Il mono è meno potente (28 cv contro i 39 del bicilindrico) ma, per la sua naturale corposità ai regimi medio-bassi e per i 20 kg di peso complessivi in meno, la Z250 SL si mostra comunque piuttosto pronta e reattiva all’apertura dell’acceleratore, anche se dà il meglio di sé quando la lancetta si avvicina alla zona rossa.Potenza spostata verso l’alto anche sul bicilindrico della Z300, che, giusto per avere un riferimento, rispetto al motore della Yamaha R3 appena provata è un tantino più pigro ai bassi regimi ma poi allunga e spinge con più carattere (nonostante qualche cavallo di potenza massima in meno).Kawasaki Z250 SL e Z300 sono entrambe molto ben fatte e curate nei dettagli. Forse proprio per questo motivo (e trattandosi di Kawasaki che in questo ci ha sempre abituato molto bene) balza all’occhio che le leve di freno e frizione non sono regolabili, ma bisogna dire che il pubblico asiatico è meno esigente rispetto a quello europeo su particolari come questi. A proposito di frizione, la 300 vanta una chicca che consiste in ben tre molle di richiamo della leva, che è quindi leggerissima, e ha un effetto antisaltellamento. Tra le altre particolarità degne di nota inoltre, sia la Z250 sia la Z300 dispongono di una piccola paratia montata in corrispondenza della ventola del motore che serve per deviare il flusso d’aria calda verso il basso. In tal modo – lo possiamo confermare dopo un lungo test anche in contesto urbano – il calore prodotto dal propulsore non disturba il pilota nemmeno nelle giornate più calde. Comfort assicurato, quindi, anche perché le vibrazioni restano sempre a livelli molto bassi: nonostante smorzatori al manubrio, la 250 vibra un po’, inevitabile per un monocilindrico; la 300 invece praticamente non vibra.Come si comportano tra le curve le due piccole della famiglia Z? Sospensioni e freni fanno il loro dovere e sono piuttosto efficaci e in linea con la concorrenza (anche se Benelli B302 ad esempio adotta una forcella con steli da 41 mm di diametro leggermente più massicci). La Z250, più leggera e con un interasse di appena 1.330 mm (contro i 1.405 della Z300), ha nella rapidità nei cambi di direzione e nella facilità di guida in mezzo al traffico i suoi punti di forza; la Z300, forse un tantino meno agile, è però più stabile e regala una guida più rotonda e “matura”, da cilindrata superiore. Con la Z300 insomma, oltre a divertirsi sul classico tragitto casa-scuola, ci si può togliere qualche soddisfazione anche nel turismo a medio raggio.Le piccole sportive dunque sono tornate (vedi Ninja); le hanno seguite le naked (come le Z). E’ forse arrivato il momento di una piccola adventure in stile Versys? La base, molto buona, c’è…