Vi ricordate le 125 degli anni ’90? Bombe 2T da oltre 30 cv e 120 kg di peso, in grado di sfiorare i 180 km/h e turbare il sonno dei sedicenni di allora. Altri tempi, due per l’appunto, in cui il mercato italiano praticamente non conosceva le 4T sportive di piccola cilindrata, più pesanti e meno prestazionali delle “replica” 2T, “quattro tempi” che invece erano già molto diffuse nei mercati asiatici.Oggi il mercato è completamente cambiato (approfondisci qui); le norme antinquinamento si sono fatte più stringenti e le sportive 4T di piccola cilindrata sono sbarcate anche da noi – basti pensare alla Honda CBR 300R, KTM RC 390 o, prossimamente alla Yamaha con la R25.La prima ad aver creduto in questo segmento anche in chiave europea, anticipando le tendenze del mercato, è stata proprio Kawasaki, che ha aperto la strada prima con la ZZR 250 e poi, nel 2008, importando dal Giappone la Ninja 250.L’operazione si dimostrò un buon successo di vendite. Il motivo? Le nuove piccole Kawasaki sono state apprezzate da una parte dai giovani bikers orfani delle sportive 2T e dall’altra dal pubblico femminile, da sempre estimatore delle moto facili e maneggevoli.LIVEKawasaki ha quindi aperto la strada, ma nel frattempo sono arrivati anche gli altri. Da Akashi, però, non sono stati a guardare l’avanzata delle concorrenti; anzi, Kawasaki ha rilanciato, rendendo la piccola Ninja ancora più appetitosa nel look, più ricca nella dotazione e più potente, grazie anche all’aumento della cilindrata da 249 a 296 cc.Insomma, pur rimanendo una entry level, dedicata principalmente ai giovani possessori di patente A2, la Ninja 300 è una sportiva “vera”, con la ruota posteriore da 140 (contro quella da 130 della precedente versione di 250 cc), ha finiture di livello e un look più moderno, grazie al serbatoio ridisegnato, le frecce integrate nella carena e gli specchietti dal design spigoloso, come quello delle sue sorelle maggiori.Un upgrade che ha ridato linfa al progetto Ninja, soprattutto grazie alla maggiore potenza. Il propulsore bicilindrico parallelo (Honda e KTM 200 hanno un solo cilindro) ora è in grado di raggiungere i 39 cv di potenza massima contro i 33 della precedente 250. Il telaio a diamante è stato ridisegnato per far spazio al nuovo motore; i tubi sono sempre in acciaio ma sono più ampi per garantire maggior rigidità. I cerchi da 17” a 10 razze prendono ispirazione dalla Kawasaki ZZR 1400 e montano pneumatici da 110/70 all’anteriore e 140/70 al posteriore.La forcella è telescopica da 37 mm e l’ammortizzatore è regolabile, per quanto riguarda il precarico della molla, su 5 posizioni.A fermare la Ninja 300 pensano un disco anteriore a margherita da 290 con pinza singola a doppio pistoncino e un disco posteriore da 220 mm anch’esso a margherita e frenato da una pinza a doppio pistoncino. La novità, rispetto alla vecchia 250 è che ora è stato introdotto l’ABS, progettato dalla Nissin, compatto e leggero, disponibile come optional.Anche la strumentazione guarda alle Ninja più grandi e si fa nettamente più sportiva rispetto a quella della 250: lo schermo LCD riporta tutte le informazioni che servono: tachimetro analogico, orologio, indicatore del livello di carburante con indicatore del consumo.Il prezzo per portarsi a casa la Ninja 300 è di 5.030,00 euro. Ce ne vogliono 600 in più per la versione con ABS e altri 150 per l’edizione speciale con i colori della superbike di Tom Sykes.RIDEKawasaki Ninja 300 mostra le sue due anime in maniera molto chiara sin dal primo approccio: è facile e immediata ma allo stesso tempo molto efficace nella guida.Pesa 172 kg in ordine di marcia (174 per la versione dotata ABS, come la moto in prova) – non proprio un peso piuma – ma è molto equilibrata nella distribuzione dei pesi e, data anche l’altezza sella di appena 785 mm, è molto agevole da manovrare in ogni situazione, anche a motore spento.L’erogazione della potenza è ultra-regolare (pur mostrando un allungo niente male) e questo facilita ulteriormente la guida della piccola Kawa, che si dimostra agile nel traffico cittadino ma molto stabile, anche a velocità elevata (è in grado di superare i 170 km/h di velocità massima). Nei tratti misti Ninja 300 rende onore al nome che porta, disegnando con precisione la traiettoria di ogni curva, lenta o veloce che sia.Insomma anche forzando il ritmo, pur non disponendo della cavalleria di una supersport, la Ninja 300 è estremamente divertente e mostra un carattere da sportiva purosangue.La Ninja 300 però, come abbiamo accennato, ha una seconda anima, che strizza l’occhio al pubblico femminile, anche perché, dati alla mano, una Ninja 250R su quattro in Italia l’ha comprata una donna.Per questo motivo abbiamo voluto far guidare e farci raccontare la Kawasaki Ninja 300 da Silvia, motociclista appassionata che guida tutti i giorni un’altra “verdona” apprezzata dal gentil sesso, la Kawasaki ER-6n, mettendo in luce le differenze tra le due Kawasaki .“Al primo impatto visivo, le somiglianze tra la Ninja e la er-6f sono molte: il contagiri analogico, il grosso terminale di scarico; i comandi, che hanno la stessa logica organizzativa, e le ottime finiture.In sella però la 300 impone una posizione molto più caricata sui semi-manubri. In compenso però si percepiscono gli oltre 20 kg in meno e la facilità di manovra a motore spento, visti anche i fianchi più stretti che permettono di poggiare bene i piedi a terra. Anche la 650 è pensata per chi è alto meno di un metro e 70, ma il manubrio più largo e il cupolino più protettivo accolgono bene anche chi è più alto.Il motore da 296 cc è una vera sorpresa già all’avviamento per regolarità e silenziosità, caratteristiche che si ritrovano anche in marcia e che accompagnano tutta la progressione del bicilindrico. Allunga bene e senza strappi già sotto i 5.000 giri fino a oltre 13.000, sprigionando il meglio intorno ai 10.000, soglia oltre la quale si avverte qualche vibrazione alle pedane (fino ad allora inesistenti).Gli oltre 30 cv di potenza in più della er-6f ovviamente si sentono e la spinta è notevole già dai 4.000 giri, ma le vibrazioni sono più marcate e l’erogazione meno fluida rispetto alla Ninja.In marcia la differente impostazione di guida è evidente: la 300 se la cava egregiamente tra curve strette e continui cambi di direzione, dove mostra una precisione chirurgica; la 650 invece, grazie all’ottima elasticità del motore e al manubrio più alto, si apprezza anche nella guida rilassata a marce alte.Le sospensioni sono ben tarate su entrambe le moto; la forcella della piccola Ninja è piuttosto morbida: è molto confortevole sulle irregolarità dell’asfalto, nonostante comunque sorregga bene la moto in curva, ma nelle frenate più decise tende ad affondare un po’ troppo repentinamente.I dischi hanno un profilo a margherita in entrambe, ma la er-6f 650, con due dischi anteriori anziché uno, ha molto più mordente; la Ninja 300 ha comunque una potenza frenante adeguata al suo peso e la frenata è molto modulabile.Il cambio della 300 è incredibilmente fluido, senza contrasti, mentre quello della er-6f si impunta un po’ quando viene sollecitato nella guida sportiva. La leva della frizione della Ninja 300 è morbidissima ma, a differenza di quella della er-6f, non è regolabile.La 650, in conclusione, è una moto da usare tutti i giorni ma che non disdegna i viaggi a medio raggio. La piccola Ninja è invece un po’ limitata sui lunghi trasferimenti – viste la scarsa protezione aerodinamica e la posizione in sella più caricata, che comunque non affatica eccessivamente schiena e polsi.Nonostante la cavalleria ridotta – che le consente di essere guidata dai possessori di patente A2 – la Kawa 300 consente una guida molto più dinamica”.