Ok, non sono un vecchio, ma è anche vero che le 125 le ho abbandonate da un po’. Però devo dire che tornare in sella a una moto 125 fa sempre riaffiorare bei ricordi, almeno così è stato per me una volta alla guida della Motron Nomad, l’ultima arrivata del Gruppo KSR. Nel nostro recente articolo di presentazione l’avevamo soprannominata “la sfidante”, in primis delle regine del segmento Yamaha MT-125 e KTM Duke 125, ma anche di tutte le altre piccole naked sportive, anche quelle “primo prezzo”. Sì, perché è questa la categoria della Nomad 125. Ma è veramente così? Dobbiamo scoprirlo guidandola, perché se è vero che il prezzo di partenza di 3.399 euro f.c sicuramente attira l’attenzione; è altrettanto vero che a livello di contenuti la Motron Nomad 125 sembra essere altrettanto competitiva. Quindi proprio per poter collocare al meglio la Nomad (è una 125 economica? Una 125 Premium? Tutte e due le cose?) abbiamo deciso di metterla alla prova sulle strade milanesi e non solo.
L’estetica conta e la Nomad piace
Eh si, è proprio così, oggi più che in passato sembra che apparire sia davvero ciò che conta, soprattutto se parliamo di una moto come questa che non può puntare troppo sulle prestazioni, anzi… Beh, devo dire che il look aggressivo caratterizzato da linee taglienti della Motron Nomad 125, non passa inosservato. Sulla versione che ho provato, la Glacier White, risaltano i cerchi “ultralight” in alluminio da 10 razze di color giallo fluo, appariscenti anche quando fa buio e sui quali spiccano sia all’anteriore sia al posteriore dischi freno a margherita, esclusivi in questo segmento, e per i quali ho ricevuto diversi apprezzamenti anche da motociclisti navigati. Inoltre, non è meno dotata delle più costose e conosciute concorrenti, infatti, tutti i fari sono full LED, in prossimità del manubrio è presente una presa USB e il display pur non essendo il TFT che in tanti bramano, merita davvero. Non ho mai avuto difficoltà a leggere le informazioni, nemmeno sotto il sole cocente di questi primi giorni di estate.
Com’è guidare la Motron Nomad 125?
La posizione in sella è quella classica di una naked sportiva, le gambe sono leggermente piegate e il busto, seppur eretto, data la curvatura del manubrio che alle estremità piega verso il basso è leggermente caricato in avanti. Essendo una moto di piccole dimensioni, in sella si è un po’ sacrificati, sono permessi solo piccoli spostamenti in avanti o indietro, l’imbottitura invece garantisce – almeno secondo il mio parere – un discreto comfort anche per itinerari di 150/200 km, come quello effettuato e di cui vi parlerò più avanti da Milano a Bellagio and back. Le pedane sono in una posizione un po’ scomoda perché si trovano proprio sulla verticale della gamba, ma comunque appoggiare i piedi a terra non è un problema, data l’altezza della sella dal suolo di soli 780 mm, neanche per chi come me è “diversamente alto”.
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Ho trovato poi un po’ fastidiosa durante la guida la posizione del comando del freno posteriore, praticamente alla stessa altezza della pedana, la quale costringe quindi ad uno stile di guida più sportivo in punta di piedi. Per ottenere un responso più completo, ho poi deciso di effettuare nella metropoli milanese un po’ di chilometri in coppia e i feedback del passeggero sono stati tutto sommato positivi: la sella seppur contenuta è sufficientemente morbida e la posizione di schiena e gambe, anche se ci tengo a sottolineare, per brevi spostamenti, non ha causato fastidi
Fa tutto bene, ma non eccelle
Il piccolo monocilindrico da 124 cc della Nomad non è sicuramente uno dei più scattanti del segmento, anzi ha anche due cavalli in meno (13 CV) rispetto al limite imposto di 15 CV e 10,5 Nm di coppia, ma quando si gira la manopola – e intendo fino in fondo – regala un sound che non tutte le concorrenti sono in grado di replicare con lo scarico originale. Ho apprezzato particolarmente il cambio, sempre preciso e la frizione davvero morbida, ma per la quale ci tengo a fare un piccolo appunto: il punto di stacco si trova proprio a fine corsa della leva (che non è regolabile), quindi consiglio a chi ha le mani piccole di stare all’occhio. In generale questa Motron Nomad 125, se la cava bene un po’ in tutto ma non eccelle, il freno posteriore funziona molto bene grazie anche al CBS (Combinated Brake System), mentre per ottenere una frenata efficiente dall’impianto anteriore è necessario strizzare bene la leva, la quale a inizio corsa risulta poco efficiente. Le sospensioni le definirei invece, confortevoli, o meglio, adatte all’uso cittadino, più davanti che dietro, perché il monoammortizzatore qualche colpo secco, soprattutto sul pavé milanese, lo rimanda.
Dal giorno alla notte, dal pavé alle curve
Di giorno in una metropoli come Milano, si sa, spostarsi è un vero incubo, ma con la Nomad non c’è di che preoccuparsi, anzi guidarla è proprio una goduria. Sì perché grazie al peso ridotto, 150 kg e a un ampio angolo di sterzo, permette sempre di sgattaiolare tra una macchina e l’altra senza alcuna difficoltà. Anche di notte non c’è nulla da temere, Il faro anteriore ha un potente fascio luminoso che illumina sufficientemente la strada davanti a voi e nel caso in cui ci si voglia fermare per qualche minuto a bordo strada, si possono inserire anche le quattro frecce.
Anche fuori porta
Per mettere un po’ in difficoltà la ciclistica, per quel che si può su una moto con così pochi cavalli, ma più che altro per poter stabilire i consumi di questa Motron Nomad 125 utilizzandola in contesti diversi, ho deciso di effettuare, come vi avevo preannunciato, un breve itinerario di circa 150 km, partendo da Milano e arrivando fino a Bellagio, percorrendo il bellissimo lungo lago. Le sospensioni si sono confermate più adatte ad un ambiente cittadino, soprattutto la forcella che se in città dimostra di assorbire tutto, quando si guida tra le curve se si prova ad esagerare tende ad affondare un po’ troppo repentinamente. I freni, invece, si sono rivelati efficaci, attenzione però a non stressarli troppo. Ciò che mi ha impressionato positivamente a fine giornata sono però i consumi, circa 31 km/l, che con i prezzi record raggiunti oggi per la benzina, mi hanno fatto tornare un po’ il sorriso.
Eco-premium
Che moto è quindi questa Motron Nomad? Consentitemi di definirla una Eco-Premium, un po’ come quei posti in aereo che a prezzi competitivi offrono quel qualcosa in più. Perché la Nomad costa poco ma, look e livello di finiture niente male, e le prestazioni ci sono. Qualcosa da migliorare c’è e al posto del CBS (peraltro concesso dalla legge) noi preferiamo sempre un bell’ABS. Certo il prezzo poi non sarebbe così allettante, e onestamente a certe cifre la Motron merita senz’altro attenzione.