All’inizio degli anni 2000 quasi tutte le Case giapponesi si sfidavano senza esclusione di colpi in una vera e propria guerra tecnologica. L’obiettivo? Sviluppare la moto più veloce del mondo. Per alcuni un vero chiodo fisso. Parliamo di moto in grado di infrangere record di velocità, ai tempi, impensabili per moto omologate. I marchi che componevano il famoso “Club dei 300” erano Honda, Kawasaki e Suzuki. Moto iperveloci, con motori formidabili ma anche insospettabilmente piacevoli da guidare e in alcuni casi quasi indistruttibili.
Club dei 300
Kawasaki è stata la prima a lanciare la sfida nel 1989 con la sua ZZR 1100, la quale non superò la magica cifra dei 300 (si fermava a 285) ma rese pubbliche le intenzioni della casa di Akashi. A completare il lavoro iniziato dalla ZZR 1100 ci ha pensato la ZX-12R, che nel 2000 si spinse fino a 301 km/h. A chiudere questo magico cerchio fatto di velocità e adrenalina è spettato alla ZZR 1400. Honda che di certo non ama essere seconda a nessuno rispose alla ZZR 1100 nel 1996 con la CBR1100XX Super BlackBird, la prima a raggiungere i tanto agognati 300 km/h. Ma il modello che più di tutti è legato all’immaginario della super velocità è sicuramente la Suzuki Hayabusa una moto che tutt’ora ha un posto speciale nel cuore degli appassionati del genere. Moto corpulenta, affusolata come un siluro, già nella prima edizione (l’ultima no limits prima dell’agreement tra le Case giapponesi che fermò la velocità a 300 orari) superava abbondantemente il muro dei 300.
Appuntamento al 5 febbraio
Bene ora il falco pellegrino (questo il significato della parola Hayabusa) sembra essere pronto a tornare. Suzuki ha da poco pubblicato un teaser che mostra vagamente quella che dovrebbe essere la nuova Hayabusa. Le informazioni fornite dal video sono ben poche, ma nonostante questo proveremo ad elencarvi le caratteristiche che più saltano all’occhio nel cortometraggio (in fondo all’articolo troverete il link al teaser ufficiale). Le immagini – ambientate in una pista sopraelevata – mostrano chiaramente come l’Hayabusa non abbia tradito le sue radici da super velocista. Gli altri dettagli che vengono mostrati provengono dal dashboard della moto. L’indicatore di velocità – in miglia – ha il fondo scala a 180 mph, che corrispondono a 289,6 km/h, ma nel video si vede chiaramente come la moto continui ad accelerare anche dopo aver raggiunto la velocità massima indicata. La zona rossa del contagiri inizia alla soglia degli 11.000 e nel display centrale possiamo vedere l’indicatore di inclinazione il che rende probabile la presenza di una piattaforma inerziale e i settaggi relativi al traction control, lift control e quickshifter. Non state più nella pelle? Nemmeno noi e per questo vi diamo appuntamento il 5 febbraio (giorno della presentazione ufficiale) per raccontarvi tutti i dettagli e le caratteristiche della nuova Suzuki Hayabusa.