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Perché la potenza dei motori si misura in cavalli? Ecco la risposta

Il cavallo vapore (CV) è la principale unità di misura utilizzata in ambito automobilistico, assieme ai watt, per definire la potenza di un motore; eccone le origini e il significato.

Come si calcolano i CV

Introducendo alcuni concetti legati alla fisica, il cavallo è a tutti gli effetti una misura della potenza. Nello specifico, 1 CV equivale ai Watt (unità di misura internazionale della potenza) necessari a sollevare di un metro un massa di 75 kg in esattamente un secondo. Calcolando la potenza come una forza – massa x accelerazione (di gravità) – in rapporto ad un lasso di tempo otteniamo il valore corrispondere in watt (735,5 W). Questa definizione, pragmatica ma più rigorosa rispetto al passato, viene utilizzata in tutto il mondo per esprimere il lavoro che una data macchina produce o assorbe.

Immagine raffigurante un cavallo stilizzato che traina, mediante un cavo ed una carrucola, un peso da 75 come schema di definizione pratico del cavallo vapore.

Se il Watt è universale, ciò non è vero per il cavallo-vapore. Esistono infatti numerosi simboli utilizzati in diverse lingue e paesi ma tra i più conosciuti ricordiamo il cavallo vapore europeo (CV in Italia, Spagna e Portogallo, PS in Germania, HP nel Regno Unito) corrispondente a circa 735,5 watt ed il cavallo vapore britannico (BHP, dall’inglese “brake horsepower”, lo stesso utilizzato da James Watt) più grande di quello europeo del 1,4%.

Leggi anche: “Auto elettriche: la guida definitiva al kilowattora

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