RIDE
Vorrei tanto rispondere alla fatidica domanda “ma hai migliorato il famoso mezzo secondo?”. Purtroppo non posso perché dopo mesi di caldo torrido il meteo ha deciso di scatenare l’inferno di pioggia proprio il 31 agosto, giorno del mio test con la RSV4 Factory 2020. Diciamo che viste le previsioni che davano acqua a catinelle fin dal mattino i tre turni “rubati” con pista fredda e un po’ di traffico sono il cosiddetto grasso che cola.
PRESA DI CONTATTO
Diciamo che è stata una presa di contatto con una moto che meriterebbe un test più approfondito ma che comunque mi è servita per capire come l’arrivo delle sospensioni semiattive non abbia fatto altro che portare ulteriore qualità a un progetto che ormai ha i cromosomi degli highlander. Inutile tornare sul motore, sulla sua sontuosa qualità di erogazione, sulle prestazioni impressionanti e su una elettronica che oggi può essere annoverata tra le migliori per moto da strada. In quei pochi giri mi sono concentrato sul comportamento di forcella e ammortizzatore, su come il sistema Ohlins Mecatronic 2.0 riusciva a digerire l’asfalto del Mugello.
SOLO CON LE SEMIATTIVE
Ho utilizzato la moto in configurazione “A1” ovvero quella in cui le sospensioni agiscono con logica semiattiva e devo dire che la prima sensazione è quella di avere una moto che ha “lisciato” l’asfalto del Mugello, la percezione è che forcella e ammortizzatore abbiano la capacità di copiare anche la più piccola delle microasperità regalandoti un feeling ancora maggiore. Una cosa da segnalare è anche il consumo più omogeneo del posteriore, dopo tre turni (e l’asfalto non era certo caldo) era ancora perfetto, segno che le sospensioni lavorano davvero molto bene.
ESCURSIONE CONTROLLATA
Quello che non è venuto meno è il supporto sia in frenata sia in accelerazione. La RSV4 1100 Factory 2020 si accuccia in staccata con un controllo dell’affondamento incredibile e gestisce l’accelerazione senza battere ciglio. Poco beccheggio, trasferimenti di carico molto controllati e un grande feeling in ogni situazione di guida. Nulla di nuovo perché la RSV4 era già così, le semiattive hanno aggiunto una oggettiva semplicità di gestione perché con la nuova interfaccia è molto più semplice, anche per chi non è esperto aggiustare l’assetto seguendo le proprie esigenze senza annegare nei click.
FACILE PER TUTTI
Perché la definzione “supporto in frenata” e “supporto in accelerazione” le capiscono proprio tutti e il sistema opera sulle sospensioni come un sospensionsista esperto. Insomma, Aprilia è arrivata per ultima su questa tecnologia, ma lo ha fatto a ragion venduta, aspettando che le sospensioni semiattive fossero veramente perfette. Perché quando si ha per le mani un attrezzo di estrema precisione come è la ciclistica della RSV4 11000 Factory è un attimo rovinare l’equilibrio. Non è questo il caso, per fortuna. Anzi la V4 di Noale ha fatto un altro piccolo passo avanti.