RIDE
La sella è abbastanza bassa, forse fin troppo incassata; il manubrio ha le estremità rivolte in modo sensibile verso il pilota ma è comodo. L’angolo delle ginocchia è abbastanza sportivo, ma ciò non influisce più di tanto sul comfort, che nel complesso appare buono, considerato che parliamo di una naked. Le pedane sono rivestite da un generoso tampone in gomma. Comandi al manubrio e strumentazione non sono bellissimi si sono dimostrati funzionali: il display TFT è piccolo ma il cambio di illuminazione in funzione delle condizioni di luce fa il suo dovere.
LEVA LONTANA
Difficoltoso, invece, azionare la leva della frizione: non solo la distanza dalla manopola non è regolabile – questo è un peccato veniale – ma l’estremità punta verso l’esterno, rendendo impossibile sfruttare il miglior punto di presa. Tra l’altro la frizione stessa non è particolarmente modulabile, perciò una leva più ergonomica avrebbe aiutato. Quattro le opzioni di regolazione della leva freno nella distanza dalla manopola. La messa in moto è pronta, con il bicilindrico in linea che mantiene il minimo senza problemi. L’innesto del cambio è secco e si rivela abbastanza preciso nel passaggio tra i sei rapporti. Non è prevista alcuna dotazione elettronica oltre all’ABS: non c’è, quindi, il controllo di trazione, né eventuali mappe motore.
FACILE PRIMA DI TUTTO
I primi chilometri di guida cittadina evidenziano una discreta maneggevolezza, che ben si sposa alla sostanziale facilità d’approccio di questa Benelli 752S. Condita da vibrazioni presenti soprattutto ai medi regimi, la guida disimpegnata è alla portata di tutti, come si conviene a una naked destinata a un pubblico decisamente eterogeneo. Le sospensioni sono abbastanza dissonanti nel loro funzionamento: meglio la forcella, che grazie al sostanziale sovradimensionamento (steli di 50 mm di diametro) filtra buona parte di ciò che passa sotto la ruota anteriore, mentre il monoammortizzare è più brusco e secco nella risposta. Buona la frenata, che abbina una risposta alla leva non aggressiva a una potenza decelerante più che adeguata alle prestazioni della 752S. L’erogazione è corposa e senza esitazioni, con una progressione che però si stempera avvicinandosi alla zona rossa del contagiri: per questo non conviene insistere con il gas, meglio passare alla marcia successiva. Nelle diverse situazioni di guida la 752S si conferma amichevole, prevedibile nelle reazioni e soprattutto alla portata di tutti: non impressiona per stabilità sul veloce, non fa strappare i capelli per agilità nello stretto ma propone un gradevole mix di caratteristiche. Come del resto era lecito aspettarsi, per tipologia di moto, prezzo e destinazione.
IL BELLO DEL DESIGN
Non c’è dubbio che a Pesaro stiano valorizzando al meglio l’opportunità offerta dalle economie di scala e dai costi cinesi. Il risultato? Un’impennata delle vendite pre-crisi, segno che c’è un pubblico numeroso di motociclisti alla ricerca di modelli che valorizzino al massimo il tanto citato rapporto qualità-prezzo. La Benelli 752S lo fa, offrendo un colpo d’occhio perfino suggestivo, frutto (anche) dell’abilità nel nascondere scelte costruttive improntate all’equilibrio dei costi. Il blasone Benelli, poi, continua a fare breccia tra gli appassionati: percepito come italiano – del resto la progettazione è rimasta a Pesaro – e ricco di storia, attira clienti di diverse fasce d’età.