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Prova Dacia Dokker Stepway: avanti, c’è posto…

Famiglia numerosa? Passioni ingombranti? Conto in banca a due zeri? Per fortuna c'è qualche ingegnere rumeno che pensa anche a noi.

Uno dei grandi misteri irrisolti dell’automobilismo è il perché le macchine che piacciono a me non riescano a essere anche belle… Oggettivamente, questa Dokker, pur rispondendo a tutte le caratteristiche che la mia auto ideale dovrebbe possedere (economica, capiente, affidabile), non riesce proprio a farmi sbavare.

COMPLOTTO MONDIALE

Non so se ci sia lo zampino del Bilderberg, ma esiste per certo un accordo tra i grandi marchi nel risparmiare sullo charme affinché non ci si possa innamorare dell’auto perfetta, continuando così a volare di fiore in fiore per tutta la vita. A me non ci è voluto molto per capire che quello con la Dacia Dokker avrebbe potuto essere amore per sempre, di quello che obnubila e inganna la vista: è bastato un afoso pomeriggio d’estate e l’invito di un amico del Canoa Club Milano per una pagaiata nelle fresche acque del centro di Castelletto di Cuggiono, accanto al Naviglio.

SPAZIO AMICO

Chi, come me, pur possedendo un garage enorme non ha spazio per tenerci la macchina, troverà nella Dokker (come nelle sorelle “multispazio“) una perfetta compagna di vita. Bici, sci, tende, pagaie, ruote, corde, vele e qualsiasi altra attrezzatura sportiva possa venirvi in mente, riesce a trovare una collocazione intorno al sedile del guidatore, grazie alla possibilità di configurare il divano posteriore e abbassare lo schienale del sedile del passeggero. Aiutano anche il portellone, con la classica apertura da veicolo commerciale e il piano di carico molto vicino a terra. Poi, data l’impostazione spartana degli interni (gli attrezzi per cambiare le ruote sono attaccati alla parete di sinistra, a vista, dietro il divano), certi carichi si fanno a cuore più sereno

POVERO A CHI?

Visto che siamo in tema di acqua, sotto i ponti ne è passata molta da quando le prime Dacia hanno fatto la loro comparsa nelle vetrine delle nostre città. E, rispetto ad allora, si sono adeguate alle esigenze del nostro pubblico, attento sì al prezzo, ma disposto fino a un certo punto a rinunciare a un comfort minimo garantito. Non sto solo parlando di equipaggiamento, ma anche di materiali e finiture, argomenti sui quali la Dokker non delude. I sedili sono comodi (dietro ci si sta in tre, e ci sono pure due tavolini pieghevoli), il climatizzatore non è automatico ma funziona bene, ci sono vani e retine per riporre oggetti più o meno voluminosi, un display touch, la presa USB, i comandi al volante (per cruise control e limitatore di velocità), quelli sul piantone per la radio. Peccato solo che i finestrini dei passeggeri siano a compasso, cosa che, personalmente, mi trasmette una fastidiosa sensazione claustrofobica… Non mancano i cerchi in lega, le barre sul tetto e le protezioni sottoscocca anteriore e posteriore.Al divano posteriore si accede attraverso due porte scorrevoli, le quali, oltre a permettere Un comodo ingresso ai passeggeri, aiutano anche nelle operazioni di carico e scarico.

IN MOVIMENTO CONVINCE

Se la Dacia Dokker da ferma sorprende, quando la guidi convince. Il motore (ovviamente by Renault) è capace di prestazioni soddisfacenti e garantisce indiscutibile affidabilità. Potenza e coppia assicurano una discreta brillantezza in accelerazione e ripresa, ma anche una buon comportamento nei lunghi trasferimenti, dove però la Dokker manifesta una certa rumorosità. Telaio e sospensioni lavorano in sintonia e non lasciano smorfie di insoddisfazione: anche quando la strada si fa tortuosa o le curve diventano ampie e veloci, i trasferimenti di carico non danno fastidio e la precisione non soffre.Sterzo e freni, per chiudere il capitolo, sono all’altezza delle prestazioni della ciclistica e i consumi rispecchiano le promesse degli uomini Dacia, con un ottimo “combinato” intorno ai 5 litri/100 km.

NIGHT RIDE

E se all’imbrunire hai ancora voglia di pagaiare? Beh, scendi con il Dokker fino in riva (fermandoti per miracolo a un metro dal disastro), accendi tutte le luci, rimetti i kayak in acqua e il divertimento continua! A come riportare la macchina in cima ci pensiamo dopo, tanto ci sono le forti braccia dei muscolosi Canoisti Milanesi…PSQuello in foto è il campione italiano di Extreme Kayak Paolo Ronga 😉

Foto: HLMPHOTO Martina Folco Zambelli

 

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