fbpx

Prova Ford Focus ST 2019

Nuova vita per la Focus ST che migliora motore assetto ed elettronica. Tante anime per una Hatchback sportiva che ostenta un telaio dall' indubbio pedegree racing

DRIVE

In abitacolo si respira la stessa aria di che si respira su una Focus di ultima generazione, ottimi materiali, display “galleggiante” e la strumentazione disposta in modo particolarmente verticale. Tutti gli ADAS presenti. Non ci fossero i dettagli che vi ho raccontato più sopra la ST non si distinguerebbe da una Focus “vulgaris”. La differenza ce l’hai tutta sotto il piede destro e tra le mani. Il telaio della Focus mi era piaciuto già in configurazione standard, sulla ST trova sublimazione in un piacere di guida non comune. Sterzo diretto, immediato, coda che tende a “partire” quando rilasci il gas aiutandoti ad entrare in curva, cambio veloce (non cortissimo nell’escursione ma tremendamente preciso) e quel “blip” in scalata che non può non esaltare.

COPPIA NE ABBIAMO

Tutto condito da un sound molto appagante ma mai rumoroso. Il 2.3 spinge. Forte. La rapportatura piuttosto lunga non lo aiuta ad essere “nervoso” quanto potrebbe, ma ne smorza un po’ le velleità, anche se la progressione è entusiasmante. Turbo Lag non pervenuto (del resto il sistema per evitarlo arriva dritto dalla GT40) sotto al piede hai sempre una risposta pronta, corposa, appagante. Guidare la Focus ST sulle strade della Rue de Napoleon a tratti strette e contorte a tratti fluide e scorrevoli ma sempre perfette è un’iniezione di goduria automobilistica. Telaio e motore lavorano molto bene insieme, e la coppia del 2.3 Ecoboost aiuta sempre che si tratti di un sorpasso o di tirarti fuori dalle curve, tanto che per lunghi tratti si poteva tenere solo la terza marcia e farci tutto, andando guidando forte. Molto forte.

TANTE ANIME

Della ST piace il carattere, l’inserimento in curva. E’ diretta, precisa e se devi correggere all’ultimo istante ti asseconda, non si scompone. Si vede che l’ha progettata gente che ci sa fare e in questo segmento delle Hot Hatch ora la Focus ha carte più interessanti da giocarsi grazie anche alle novità tecniche. L’assetto adattivo funziona alla grande ed effettivamente asseconda i voleri dei vari Drive mode rendendo la Focus ST morbida e “Pastosa” nella modalità normal, tirata e scattante in Sport, in cui la ST cambia direzione in un amen restando sempre piacevolmente “piatta” e muovendosi parallela sulle sospensioni come si conviene alle auto sportive DOC.

SCORCIATOIA

La Sport è una modalità raggiungibile in un istante (senza passare dal menu dei drive mode) semplicemente schiacciando il tasto “S” sul volante. In pratica una funzione simile a quella del manettino montato sulle Porsche.  Anche questa una novità per la Focus ST.  Insomma con la ST potete guidare in punta di pedale, oppure potete aggredire le curve. E il cambio automatico è il 7 percento più veloce rispetto a quello della Focus standard, anche se con un manuale così… A darvi una mano c’è anche il differenziale eSLD a slittamento limitato controllato idraulicamente capace di trasferire fino al cento per cento della coppia su una singola ruota, oltre a quattro Michelin Pilot Sport 4S.

FRENI

Unico appunto ai freni, molto potenti, praticamente instancabili nella guida su strada anche molto veloce ma a mio parere caratterizzati da un comando poco progressivo. Il “bite” è ottimo, ma c’è una fase in cui l’aumento dell’intensità della frenata non corrisponde alla corsa del pedale. Se invece si “pesta” la potenza frenante c’è eccome. Ma è questo davvero l’unico appunto che mi sento di fare a un’auto che ha davvero compiuto un passo avanti importante. Le altre sono avvisate.

 

Articoli correlati
Prova Honda X-ADV 750 my 2025
Ducati Hypermotard 698 Mono
Lamborghini Huracan Sterrato, così improbabile, così irresistibile
A Capo Nord con Volkswagen California
KTM 790 Adventure, il 2025 è arrivato
Prova BMW M5 G90: gioco di prestigio
Prova Honda NT1100, la Touring che diverte