RIDE
Anche se la si vede più sugli asfalti del Mondiale SBK che fuoristrada, lasciamo che Jonathan Rea si occupi di moto e di vincere il quinto titolo di fila, e ci pensiamo noi a raccontarvi come la KSX 8.3 si comporta nel suo habitat naturale…
ALLA VECCHIA MANIERA
Quando nella MTB non esisteva quella specializzazione che ormai fa parte di questo mondo, tutto ciò che non era né Cross Country né Downhill era Freeride. Con questo termine si indicava un modo di vivere il Mountain Biking, che inevitabilmente presupponeva un certo tipo di biciclette per praticarlo. Ecco, con la Kawa abbiamo voluto in un certo senso tornare alle origini, infilandoci nei boschi e cercando la via più divertente per uscirne, guidando a vista.
PIÙ HONDA CHE KAWA
TESTA BASSA E PEDALARE
A dire il vero, una situazione in cui la Kawa spicca è la salita. Soprattutto quella impervia, tecnica, quella che con la muscolare te la sogni… In questi frangenti la geometria, soprattutto gli angoli, fanno sì che l’unico pensiero dalla sella sia scegliere la giusta traiettoria per salire: una volta deciso dove mettere le ruote, la bici avanza senza perdere aderenza e senza troppi tentennamenti: scalini, pietre e radici non sono (quasi) un problema. E in effetti è proprio in questi frangenti che a una e-Mtb si chiede di fare la differenza. In discesa, la Kawa necessita di una guida attiva: il comportamento della KSX 8.3 è neutro, nel senso che si lascia portare senza problemi, ma non è né un carroarmato che passa sopra ogni cosa né una lama di precisione che disegna ogni traiettoria che hai in testa, anche se su quest’ultimo punto si può lavorare sostituendo la gomma anteriore da 2,8″con una di sezione più piccola. Modulabili e potenti, i freni Magura a quattro pistoncini sono garanzia di prestazioni di buon livello e soprattutto costanti, anche dopo tanti chilometri di trail umidi.
Foto: HLMPHOTO Martina Folco Zambelli