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Mazda CX-30, è il SUV “giusto” per famiglie non troppo numerose e attente al design?

Più morbida del previsto

Dici Mazda, pensi ad auto, se non sportive, quanto meno piacevoli tra le curve. Premesso che la CX-30 non delude, devo ammettere che mi sarei aspettato di più, nel misto: un assetto un filo più rigido in grado di assecondare meglio ritmi di guida sostenuti. Invece i giapponesi hanno preferito privilegiare l’assorbimento delle irregolarità, che infatti non si discute, sia che si mettano le ruote sul “rotto” della città, sia che si affrontino avvallamenti a velocità autostradale.La taratura dell’assetto, in ogni caso, è ben accordata al carattere del motore, i cui 180 cv, a dir la verità, sono fin troppo “gentili”. Sì perché non c’è mai un momento in cui la spinta diventi davvero convincente: lo Skyactiv-X è regolare, spinge quanto basta, però mai in modo sportivo. Il cambio automatico (optional a 2.000 euro)? Piuttosto rapido nel passaggio da un rapporto all’altro e migliorabile solo nei tempi di risposta agli input dati manualmente.Ultimo, ma non meno importante, anche il buon isolamento acustico contribuisce all’alto livello di comfort generale. Il motore è ben isolato, almeno fino a 4.000 giri, mentre il design della carrozzeria non genera fruscii aerodinamici, anche a 130 km/h.Quali sono le sue rivali?Più morbida del previstoQualità all’altezzaE gli ADAS?È davvero il SUV “definitivo”?Quanto consuma davvero?

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