Viaggiare senza stancarsi
Il giornalista di Autocar si è concentrato prima di tutto sulla 2.0 TDI station wagon. “Un’auto che, sebbene non metta il piacere di guida tra le priorità, si dimostra gradevole tra le curve. Quanto al motore, il meglio lo dà a partire da poco oltre i 1.500 giri. Non sorprende, comunque, che l’habitato naturale della Octavia sia l’autostrada.A velocità costante emerge l’ottimo isolamento acustico, la capacità delle sospensioni di filtrare le asperità e, nel caso servisse, la prontezza del motore nel far riprendere velocità”. I consumi? 18,5 km/l nel corso della prova. Tornando al piacere di guida: “lo scopo – raggiunto – di chi l’ha progettata e messa a punto era quello di assicurare facilità di guida e comfort. Ecco perché, se è vero che i limiti di tenuta in curva sono elevati e il rollio non è mai eccessivo, è anche vero che lo sterzo non è (e non vuole essere) uno di quelli che ti mettono voglia di osare”.“Rispetto alla vecchia Octavia, questa è sicuramente più appagante tra le curve, pur non avendo perso nulla in termini di comfort. Migliorano la precisione dello sterzo e la motricità in uscita dalle curve. L’accoppiata tra il motore 2.0 turbodiesel da 150 cv e il cambio automatico a 7 rapporti si dimostra vincente in tutte le situazioni, anche in fase di sorpasso sulle strade di campagna”.