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Prova Yamaha XMax 300 Iron Max

Arriva l'attesa versione speciale dell'XMax. A caratterizzare lo sport scooter Yamaha, un kit che unisce comfort ed estetica.

RIDE

Il modello che abbiamo provato è quello con motore 300 cc, miglior compromesso – per dirla come ha spiegato Yamaha – fra una vocazione City e Suburb, il che significa dedicato a un utilizzo principalmente casa/ufficio, guidando anche su strade a scorrimento veloce senza farsi mancare qualche puntata fuoriporta, magari in due, con un bagaglio minimal.

NON SOLO SEMAFORI

La meta scelta per presentare il nuovo Iron Max è stata Barcellona, con un programma costruito per vivere la città, attraversandola più o meno tutta per raggiungere le alture alle sue spalle e saggiare le doti dell’XMax quando smette i panni da commuter.Vorrei cominciare proprio da quest’ultimo aspetto, che mi ha lasciato il ricordo più vivido. Premesso che le strade erano ancora umide e molto sporche (regalo delle abbondanti piogge della notte precedente), ci è voluto davvero poco per capire che l’animo “Max” è lì, sotto la pelle, e non aspetta che essere stuzzicato. La ciclistica è azzeccata, sia come geometrie, sia come struttura del telaio e qualità della forcella. La posizione di guida è buona, l’Iron Max ispira una grande confidenza e, quando lo si guida facendo finta di non sapere che è uno scooter, diverte e soddisfa con una precisione e un rigore notevoli. Il motore, che fra le auto si sente imbrigliato, può finalmente esprimere il suo potenziale e accelerare con una buona progressione fra una curva e l’altra, tanto ci pensa il controllo di trazione (disinseribile) a tenere a bada il posteriore.

SEMPRE IN POLE

Tornati sulle ramblas, nel bel mezzo dell’ora di uscita dagli uffici, l’Iron Max indossa di nuovo l’abito compassato e si impegna per portarci nel più breve tempo possibile in albergo. Lo fa nel migliore dei modi, anche se la risposta abbastanza secca degli ammortizzatori e l’intervento un po’ invasivo dell’ABS sono un neo sul suo comportamento. Buona l’abitabilità, grazie alla sella molto comoda (il vano al di sotto è assai capiente e ci stanno due integrali oppure la borsa della palestra o un paio di sacchetti pieni di spesa…), al plexi regolabile che protegge anche chi veleggia intorno al metro e ottanta e alla strumentazione, chiara e comprensibile, con due strumenti analogici separati da un display digitale. L’agilità è eccellente, all’altezza dei traffici caotici delle metropoli, e quando ci si ferma si riescono a piantare per bene i piedi a terra. Quando scatta il verde è un attimo avere strada libera per andare a prendersi la prima fila del semaforo successivo e anche gli sguardi che accarezzano le linee elegantemente sportive dell’XMax.

Stefano Martignoni indossa

Casco: Nolan N70-2 GTGiacca: Alpinestars Oscar CharlieGuanti: Alpinestars Oscar RobinsonPantaloni: Hevik StoneScarpe: TCX Mood GTX

 

 

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