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Prova Subaru Forester 2013

Nel 1997 Subaru ha inaugurato con Forester il personale filone delle station wagon a trazione integrale permanente. Con il passare degli anni questo modello si è progressivamente trasformato in SUV senza perdere per strada il suo spirito avventuroso

Più di quindici anni sull’asfalto e soprattutto dove l’asfalto finisce senza fare un plissé: Subaru Forester arriva alla quarta generazione senza perdere di vista quelli che sono i cardini e il patrimonio tecnologico che l’hanno accompagnata fin dal debutto: prima station wagon e sorprendente arrampicatrice e poi, negli anni, sempre più elegante, voluminosa e accogliente. Almeno fino ad oggi, quando la Casa giapponese presenta il nuovo model year in due allestimenti estetici: il primo più spartano e meno lezioso, dedicato ai puristi; il secondo più lussuoso e votato allo stile.LIVECambia fuori, la nuova Subaru Forester ma soprattutto si ridimensiona per essere ancora più accogliente; il guadagno si manifesta con 35 mm in più in lunghezza, 15 in larghezza, 22 in altezza e 25 di passo, che permettono agli occupanti di accomodarsi in una vettura di classe superiore con tutti i benefici del caso. Chi sceglie i posti posteriori non sarà sicuramente preso dai morsi dell’invidia nei confronti di chi occupa la prima fila: ridotta l’altezza del tunnel centrale del 50% il terzo passeggero oggi viene trattato alla stregua degli altri due.Nell’abitacolo della Forester si ritrovano i classici stilemi del Sol Levante. Poco spazio a fronzoli e materiali preziosi che non sarebbero in linea con la filosofia del prodotto. Tutto è pensato per essere soprattutto robusto. I materiali su portiere, tunnel centrale e volante, non sono da brivido ma non è una novità; i comandi sono intuitivi e facili da raggiungere non appena si è allacciata la cintura di sicurezza, del resto in Subaru si bada alla sostanza!Subaru Forester è nelle concessionarie dall’ultimo weekend di gennaio. Due sono le carrozzerie disponibili, Standard e Dynamic; quattro gli allestimenti – Comfort, Trend, Exclusive e Dynamic – tre le motorizzazioni, rigorosamente boxer. Entro maggio è previsto l’arrivo della motorizzazione a GPL ora in fase di collaudo, mentre dall’autunno sarà proposto un nuovo diesel con cambio automatico.Incrociando tutte le varie possibilità è impossibile non riuscire a trovare la Forester che più si addice al proprio stile. Il prezzo di partenza è di 29.990 euro per la motorizzazione 2.0i in allestimento Comfort che prevede, di serie, sette airbag compreso quello dedicato alle gambe del guidatore.DRIVE                                                                                                                            Subaru Forester è già stata protagonista delle pagine di RED Live Mag. La scorsa estate abbiamo testato la terza generazione, di cui abbiamo evidenziato alcune caratteristiche peculiari: prestazioni maiuscole, un comportamento dinamico sorprendente e un comparto sospensioni confortevole e ben disposto a sopportare anche gli scossoni del fuoristrada impegnativo, oltre al cambio perfettibile. L’arrivo dell’ultima generazione ha solo in parte modificato il carattere di questo modello, che però rimane saldamente ancorato ai suoi forti valori di brand.La Forester è una SUV da guidare, non da ostentare: rinnega le passerelle modaiole delle ore serali a favore della guida e dell’avventura. Di certo c’è che a differenza di prima, gli ospiti hanno ancora più spazio a disposizione sia occupando le file anteriori sia prendendo posto sul divano posteriore; il tunnel centrale che riveste la trasmissione ora è alto solo 9 centimetri, esattamente la metà del precedente e questo permette al terzo passeggero di stare finalmente comodo.Cosa cambia in Forester? Lo sterzo ha un’assistenza elettrica e non più idraulica, che oltre ad assorbire meno energia migliora il comfort, riduce lo sforzo nelle manovre ma non perde la sua capacità di direzionare con precisione il muso esattamente dove si desidera. L’adozione di barre stabilizzatrici di sezione maggiore sia all’avantreno (sistema Mac Pherson), sia posteriormente hanno sensibilmente ridotto il rollio in curva, cioè quella tendenza a “coricarsi” lateralmente sotto la spinta della forza centrifuga quando si affronta una curva. Mi piace più di prima e riconosco nel comportamento dinamico molte affinità con la sorella XV.TRIPLE ENGINETre le motorizzazioni a disposizione: due con cambio meccanico a sei rapporti e il benzina Turbo solo con l’automatico Lineatronic di ultima generazione. L’acquirente di Subaru di solito non ha dubbi: sceglie Forester per l’understatement, la tecnologia, il comfort e una guida che non teme rivali a livello di prestazioni e di tenuta di strada. In attesa che arrivi la motorizzazione benzina e GPL prevista per la metà del 2013 e l’atteso matrimonio del diesel equipaggiato con il cambio automatico, mi concentro sulle tre opzioni disponibili, accendendo quello che ormai si può definire un classico della produzione giapponese, il due litri benzina da 150 cavalli e cambio meccanico.Benché si sia scelto un cambio a sei marce, quindi con rapporti più corti e meglio spaziati, la sensazione che emerge è che i 150 cavalli faticano a mostrare il lato sportivo, il classico temperamento Subaru: la causa è da ricercare nella sempre più mortificante normativa Euro 5  (soprattutto per motori benzina aspirati) anche se c’è il tema dei consumi, che rispetto al precedente modello si sono ridotti del 14%, al pari delle emissioni di CO2. Il due litri aspirato, quindi, lascia solo parzialmente soddisfatti: i 150 cavalli faticano, soprattutto in partenza e in ripresa, a muovere la massa del veicolo e soprattutto l’assorbimento di potenza tipico delle trazioni integrali. Raggiunti i 1.800 giri la spinta si fa consistente e l’allungo del motore è in linea con la concorrenza. Il motore è ben bilanciato, non vibra, è silenzioso più di quanto si possa pensare e soprattutto, sorpassato il limite imposto dal Codice, l’insonorizzazione dell’abitacolo e il ridotto fruscio aerodinamico, ricordano vetture di categoria superiore con motori pluri-frazionati.La versione 2.0 XT – caratterizzato da misure vitali quadre, alesaggio e corsa 86×86 mm – sovralimentato dal Turbo colma la mancanza di prestazioni del fratello aspirato. I 240 cavalli sono una vera forza della natura, il carattere della Forester è controllato dall’elettronica ma è tutt’altro che addomesticato; allungo e piena accelerazione forzano il principio del SUV pachidermico e pigro quando si spinge con forza sul pedale dell’acceleratore. Anche il cambio automatico Lineartronic in abbinamento a questa motorizzazione contribuisce a rendere più emozionante il raggiungimento dei fatidici 100 km/h, regalando sensazioni paragonabili ai moderni cambi a doppia frizione benché si tratti di un più tradizionale CVT.Il Lineartronic permette di selezionare attraverso l’SI-Drive tre modalità di guida: Intelligent, Sport e Sport Shaft. Le prime due scelte mantengono la configurazione del cambio “virtuale” a sei rapporti, mentre la terza li porta a otto. Di fatto le prime due offrono al driver una condizione di guida più confortevole, soprattutto intervenendo sulla coppia motrice in caso di difficoltà di guida (vedi scarse condizioni di aderenza) e ripartendo nel modo migliore la trazione sulle quattro ruote. Lo Sport Shaft enfatizza il piacere di guida, mettendo in risalto l’effettiva potenza in ogni condizione di guida, il che permette al pilota con maggiore esperienza di vivere al 100% la conoscenza tecnologia di Subaru quando si parla di trazione integrale permanente.L’X-Mode è l’ultimo tassello che si aggiunge al carico tecnologico della nuova Subaru ed è utile soprattutto nella percorrenza di discese in condizioni di aderenza limite con la Forester equipaggiata di cambio automatico. Per evitare perdite di controllo con l’aumentare della velocità – i cambi automatici in passato non possedevano un freno a motore –  ottimizza il dialogo tra motore, trazione e freni:  scala i rapporti, attiva l’impianto frenante sulle singole ruote, mantiene automaticamente la velocità impostata.Chiude il ventaglio di opzioni il 2 litri diesel da 147 cavalli, che per ridotti consumi (rispetto al benzina tradizionale) e prestazioni si rivela il miglior compagno da ospitare sotto il cofano della neonata SUV giapponese. La differenza con l’omologo a benzina è misurabile in un valore di coppia superiore: 350 Nm contro 198. Quel 30% in più garantisce una risposta migliore ai regimi di rotazione minori – già da poco più di 1.200 giri non rifiuta la marcia – ma soprattutto non necessita scalate decise in caso di sorpasso improvviso. Di contro il motore diesel non ha l’allungo tipico del benzina e la spinta migliore si affievolisce prima di raggiungere i 4.000 giri indicati. Poca cosa se si considera che gli aggiornamenti ricevuti permettono di ridurre di un ulteriore 4% il valore dei consumi e delle emissioni, con un dato medio di 5,7 litri di gasolio per 100 km percorsi.

 

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