L’annuncio è di quelli che rimangono. Epocali: “La Serie 3, insieme alla Serie 4, incarna tutte le qualità del piacere di guida secondo BMW, in un formato compatto. Questi valori verranno trasferiti sulla i4, ovvero la coupé a quattro porte (GranCoupé nel lessico BMW) a trazione elettrica che sarà sul mercato nel 2021”.
La missione è chiara
Capito? La promessa è di quelle importanti. Impegnative ai limiti del possibile, con la tecnologia oggi disponibile. In pratica, si tratta di realizzare un’auto capace di offrire le stesse sensazioni di cui oggi è capace la Serie 3 (il medesimo piacere di guida, come scritto sopra), in assenza del motore endotermico e, soprattutto, con l’aggravio di peso rappresentato dalle batterie. Il tutto, sottolineano in BMW, conservando analoghi livelli di praticità e comfort. A proposito di ciò, in realtà, l’elettrico è un elemento facilitante: il minore ingombro della meccanica rispetto a un’auto con motore benzina, diesel o ibrido, libera parecchio spazio interno, a parità di dimensioni della carrozzeria.
Ecco la strategia per portarla a termine
Innanzitutto è bene chiarire, per chi non lo sapesse, che la i4 sarà solo un tassello della strategia di elettrificazione di BMW. Sì perché entro il 2023 saranno ben 25 i modelli ibridi plug-in o elettrici al 100% nella gamma. Rimanendo nel campo delle elettriche pure, la base tecnica su cui verrano realizzate è la quinta generazione del BMW eDrive. Una piattaforma dalla densità energetica, efficienza ed autonomia di riferimento, secondo quanto riferito dalla Casa.
Un lavoro a 360°
Per ottenerla si è lavorato e si sta lavorando senza sosta su una nuova generazione di motori elettrici e sulla loro gestione. Non meno importante la ricerca su inedite batterie ad alto voltaggio, oltre che particolarmente piatte (elemento fondamentale per abbassare il baricentro), capaci di fare a meno delle cosiddette “terre rare”, ovvero i preziosi minerali di cui gli odierni accumulatori non possono fare a meno, e dotate di un più alto numero di celle per ogni modulo ma, allo stesso tempo, di un minor numero di componenti.
Prima sulla iX3
Il primo modello su cui verrà implementata la quinta generazione di BMW eDrive è il SUV iX3. Seguiranno iNEXT e, appunto, la “Serie 3 elettrica”, ovvero la i4. Quanto a quest’ultima, si conoscono già i valori di potenza, anche se BMW si tiene del margine di “approssimazione”: 390 kW, ovvero 530 cv. Non molti di meno dei 600 di una M5, per capirci. Quanto al pacco batterie, avrà un peso di circa 550 kg, una capacità attorno agli 80 kWh e si potrà ricaricare con una potenza fino a 150 kW (35 minuti per l’80% della carica, 6 minuti per 100 km di autonomia). Il tutto, per un’autonomia non lontana dai 600 km.
Avrà il cambio?
Il motore elettrico, si sa, ha il grandissimo pregio di offrire il massimo della coppia già a zero giri. Il rovescio della medaglia, però, sta nella drastica perdita di efficienza agli alti regimi. Un limite con cui si scontrano tutte le auto dotate di questa tipologia di motore e che qualcuno (vedi Porsche, con la Taycan) sta ovviando con l’adozione di una vecchia conoscenza del mondo automotive: il cambio. Che, fra le altre cose, potrebbe migliorare anche il tanto ricercato piacere di guida.
Per le alte velocità
Porsche, nello specifico, ne utilizza uno a due marce: lo scopo è quello di ridurre il regime di rotazione del motore alle alte velocità e, dunque, migliorare l’autonomia. BMW non ha ancora chiarito se la i4 avrà un cambio, ma a un indizio in tal senso c’è e non si presta a molte interpretazioni. “Motore elettrico, unità di gestione e trasmissione saranno all’interno dello stesso alloggiamento”. Cosa si intende con trasmissione, se non il cambio? Certo, potrebbe essere banalmente il collegamento fra motore stesso e semiassi. Però, in tal caso non solo avrebbe poco senso specificarlo, ma su una GranCoupé da 530 cv un cambio (almeno) a due marce sarebbe perfetto per i trasferimenti fuori città.
I luoghi comuni
Luogo comune vuole che gli impallinati di auto e della guida stiano vivendo anni difficili e che, in prospettiva, il peggio debba ancora venire. Il passaggio all’elettrico da una parte e, ancor di più, i progressi nel campo della guida assistita (con l’obiettivo di renderla autonoma) “minacciano” l’oggetto della loro passione.
La realtà
Forse, però, le cose non stanno esattamente così. Del resto, chi ha guidato un’elettrica ad alte prestazioni non può non essere rimasto stupito da accelerazione e ripresa. Il che non basta a farne un’auto dall’alto piacere di guida, certo. Però, se un Gruppo come BMW – e in generale un’azienda, che in quanto tale deve generare utili – decide di investire ingenti somme di denaro in un progetto è perché lì ci intravede delle possibilità di business. In altre parole, se a Monaco insistono sul piacere di guida anche per le future auto elettriche, è perché in base alle indagini di mercato ci sarà ancora, negli anni a venire, chi baserà la propria scelta su questo.