Nuova Megane R.S. Trophy-R e le altre compatte sportive
Di fronte ad auto come la Megane R.S. Trophy-R (costruita sulla base della Trophy) non ci si deve fare troppe domande. Per esempio sul senso, oggi, di macchine così. Ce la si deve godere e basta. Perché ok le elettriche, ok la sostenibilità, ma la passione per la guida non dev’essere criminalizzata. Ecco dunque la Renault stradale più performante di sempre. A cui facciamo seguire una selezione di altre hothatch con poco più o poco meno di 300 cv (anche se meno estreme della francese: hanno tutte i sedili posteriori, per esempio).
Via tutto il superfluo
Per la R.S. Trophy-R, Renault non ha messo le mani sul motore, che infatti è lo stesso della Trophy: 300 cv e 420 Nm di coppia, affidati alla trazione anteriore e a un differenziale meccanico a slittamento limitato Torsen. I tecnici di Renault Sport si sono concentrati dunque sul telaio, con focus prima di tutto sulla riduzione del peso. Prima “vittima” di questa cura è il sedile posteriore. I cerchi invece sono più leggeri di 2 kg ciascuno, ma sono disponibili anche in carbonio, per ridurre di ulteriori 2 kg il peso dove conta di più: nelle masse non sospese, a tutto vantaggio della reattività agli input di guida. Non è stato lasciato al caso nemmeno lo scarico, realizzato da Akrapovic, per un totale, sulla bilancia, di 130 kg in meno rispetto alla Megane R.S. Trophy di partenza.
Retrotreno specifico
Ben 38 dei sopra citati 130 kg sono stati limati grazie al nuovo assale posteriore. In che modo? Si è preferito rinunciare alle ruote sterzanti, optando per una taratura fissa ed estrema che, a detta stessa di Renault, richiede tecnica ed esperienza per essere gestita al meglio. Anche perché, tanto per gradire, l’assale anteriore ha un maggiore angolo di campanatura negativa (-2,05° totali), che velocizza gli ingressi in curva ma rende più nervosa la vettura. Il maggior grip possibile lo assicurano invece pneumatici Bridgestone Potenza S007 sviluppati appositamente.
La pista è casa sua
Per l’uso più estremo, tra i cordoli, non mancano pinze Brembo anteriori a 4 pistoncini e, a richiesta, materiali carboceramici per l’avantreno. Che la Megane R.S. Trophy-R sia un’auto da pista – meglio: da gara – lo certifica una componentistica di primo livello: gli ammortizzatori Öhlins anteriori sono regolabili a livello di altezza della scocca e compressione/rilascio. Al posteriore sono regolabili a livello di compressione/rilascio con la possibilità di intervenire sull’altezza della scocca, fino a –16 mm, grazie al kit di fine corsa regolabile e alle molle corte disponibili tra gli accessori R.S. Performance, per i clienti che desiderano personalizzare ulteriormente i settaggi per l’utilizzo su pista. Il telaio presenta una messa a punto specifica, con molle dotate di maggiore rigidità e un minor valore antirollio che, considerata la diminuzione di peso, favoriscono un’azione antirollio più concentrata al posteriore.
Un’aerodinamica molto spinta
La funzione prima dell’estetica: la nuova Megane R.S. Trophy-R va guardata e giudicata così, esteticamente parlando. Ecco dunque le prese NACA sul cofano motore che permettono, insieme all’estrattore sotto il motore, di ottimizzare il raffreddamento del vano motore nelle fasi dinamiche. Inoltre, il baffo inferiore che è stato aggiunto nella parte bassa dell paraurti anteriore permette di raggiungere un miglior equilibrio aerodinamico tra l’anteriore e il posteriore. Ancora, le carenature che si trovano sotto il paraurti anteriore e il telaio regolarizzano il flusso d’aria per ottimizzare l’alimentazione del diffusore posteriore. A proposito di quest’ultimo, è realizzato al 100% in fibra di carbonio è dotato di derive sottili e rastremate in stile F1. Il risultato, è una deportanza decisamente più elevata rispetto a quella dell’auto di partenza, a fronte di un minimo aumento della resistenza all’avanzamento.