Non andava così bene sul mercato italiano dal 2003, Peugeot: 5,9% di quota di mercato. E scusate se partiamo da un numero che apparentemente dice poco. In realtà, il cosiddetto market share fotografa meglio di molti altri dati lo stato di salute di un marchio su un mercato. Più sotto approfondiamo anche questo aspetto. Prima, ecco perché in Peugeot possono essere molto soddisfatti dell’anno che si è appena concluso.
Oltre 110.000 auto vendute
Quota di mercato in rialzo, dicevamo. E non di poco: dal 4,3% del 2018 al 5,7% per quello che riguarda le auto (i veicoli commerciali sono invece al 7,6%, grazie alle oltre 14.200 immatricolazioni). Merito soprattutto dei SUV, che rappresentano quasi la metà delle 110.000 Peugeot vendute: 54.000 sono infatti 2008, 3008 e 5008. Al top la 3008, a quota 26.000 unità (poco meno). Seguono la 2008 con 23.600 e la 5008, 4.600.
Il 2020 promette ancora meglio
Il bello, per Peugeot, è che i suoi modelli di punta in Italia insieme alla 3008, vale a dire 208 e 2008, nel 2019 erano a fine carriera. La 208, nel dettaglio, in commercio dalla fine dello scorso anno, ha già conquistato 7.000 clienti (di questi, ben 700 l’hanno scelta elettrica). Nel suo primo anno pieno, il 2020 appunto, la 208 non potrà che consolidare i risultati della marca francese.
Stesso discorso per la nuova 2008 (al lancio nelle concessionarie in questi giorni), il cui contributo a fine 2020 si farà senza dubbio sentire parecchio. Per il resto, in Peugeot si dicono soddisfatti anche dell’andamento della loro ammiraglia, la 508: la variante berlina è la prima del suo segmento, fra quelle dei marchi generalisti. La station wagon, in commercio da giugno, (quindi con 5 mesi a zero) è salita fino al terzo posto.
Quote di mercato “VS” volumi totali
All’inizio di questo articolo si è accennato all’importanza del market share. Il motivo? I volumi totali (il consuntivo di auto vendute) può variare da un anno con l’altro per fattori che poco o nulla hanno a che fare con le singole aziende e i rispettivi prodotti. La congiuntura economica, per esempio. Oppure lo stanziamento di incentivi da parte dello Stato. In un mercato come quello italiano, sulla base di questi due fattori, ci sono state oscillazioni di oltre 500.000 unità. Il che, com’è facile immaginare, ha riflessi significativi anche sui volumi di ogni singola marca. Il numero di clienti (ogni 100) che sceglie un determinato brand, invece, è più significativo dell’apprezzamento da parte degli automobilisti.