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Prova Renault Megane ibrida plug-in, ecco come va la Sporter E-Tech

Un ibrido diverso da tutti gli altri per la station wagon francese: ecco perché e come va

Fluidità prima di tutto per la Megane ibrida

E se vi state chiedendo perché Renault si sia complicata così tanto la vita, beh, la stessa domanda me la sono fatta anch’io. E la risposta dei francesi è la seguente: per la massima efficienza e per un funzionamento più fluido. Sul primo aspetto, potrò dare risultati precisi quando avrò modo di utilizzare l’auto per un periodo di tempo più lungo (rispetto alle 2 ore del primo test drive).

Sul secondo, posso confermare che l’obiettivo è stato centrato. La Megane ibrida è una delle plug-in su cui meno si sente il passaggio da una modalità all’altra, dall’elettrico all’ibrido. Forse dipende anche dal fatto che il 4 cilindri a benzina non è certo un mostro di coppia e, quindi, il suo ingresso è inevitabilmente più “morbido”. Sta di fatto che la fluidità di funzionamento è una delle doti migliori di questa auto.

Prova nuova Renault Megane ibrida

Quanto alla scelta di Renault di non “esagerare” con la potenza, non posso che condividere: se ecologica dev’essere (non nascono apposta per questo motivo le ibride, a maggior ragione plug-in?), non trovo il senso di farla potente come una supercar (lo stesso discorso vale per le elettriche ed esclude, in un caso e nell’altro, i modelli che invece sono dichiaratamente sportivi). Anche ipotizzando di ricaricare le batterie sfruttando energia rinnovabile, infatti, sprecarne per il gusto di accelerare come una moto (quando, per esempio, l’auto in questione è un SUV a 7 posti o una tranquilla station wagon tutta bambini e labrador) è una contraddizione di base.

Un ibrido diverso da tutti gli altri
Fluidità prima di tutto
Le prestazioni
L’autonomia elettrica e i tempi di ricarica
Quanto costa
Le rivali principali

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