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Toyota si dà all’elettrico (senza esagerare) e Volkswagen “torna” sul Diesel

I giapponesi, dopo aver vinto qualche diffidenza, lanceranno 30 modelli elettrici entro il 2030. E i tedeschi sembrano voler allungare la vita la Diesel, dopo averne annunciato la fine

Lexus diventa un marchio 100% elettrico dal 2035, Volkswagen approva ufficialmente l’utilizzo dei carburanti da scarti e materiali riciclati su alcuni dei suoi motori turbodiesel. Sì, avete letto bene: 100% elettrico un marchio del Gruppo Toyota (da sempre uno dei meno entusiasti per le auto a batteria); torna sul turbodiesel il Gruppo VW, dopo che per un po’ si è avuto la percezione di una volontà di addio anticipato a pistoni e cilindri. Il 2021 del mondo dell’auto, quello che passerà alla storia per la grande crisi dei chip (che ha costretto a tagli drastici della produzione, con ritardi biblici nelle consegne del nuovo), non finisce di stupire. Tuttavia, quanto scritto nelle primissime righe è meno “strano” di quanto sembri; anzi, si inserisce perfettamente in un quadro di incertezza generale su quale sarà l’alimentazione del futuro. E se gli attori protagonisti mostrano di non avere ben chiaro lo scenario futuro, figurarsi i clienti. Ma andiamo con ordine, alfabetico di preciso.

Lexus, solo elettriche dal 2035


Lexus, il brand premium di Toyota – azienda che non ha mai fatto mistero di non avere grandissima fretta di fare il passaggio alle auto esclusivamente a batterie – produrrà solo auto elettriche a partire dal 2035. Ok, è vero che si sta parlando di un traguardo lontano 14 anni, però fa comunque effetto sentirlo dire proprio dai giapponesi. Ricordiamo che Toyota, insieme a Mazda, Subaru, Kawasaki e Yamaha, ha firmato recentemente un accordo per lo sviluppo di carburanti sintetici, capaci da un lato di abbattere la CO2 e, dall’altro, di non “rottamare” i motori endotermici. Detto questo, è doveroso anche specificare che la scelta, per quanto radicale, interessa un brand sì importante (per volumi di vendita e margini di profitto) ma che all’interno del colosso giapponese ricopre un ruolo certo non preponderante: 718.715 Lexus rispetto a 7.973.453 Toyota da gennaio e dicembre 2020.

30 Toyota elettriche entro il 2030

E se Lexus punta tutte le sue fiches sull’elettrico, Toyota non sta certo a guardare: per il 2030 ha già pianificato 30 nuovi modelli a batterie. Però, come affermato dallo stesso Akio Toyoda, il gruppo da lui guidato non vuole, non per ora almeno, fare una scelta di campo definitiva: “Vogliamo lasciare alle persone la possibilità di scegliere. Non ci concentreremo su una sola soluzione: preferiamo attendere ancora un po’ per capire dove va il mercato”. Il che, sia chiaro, non impedisce un investimento mostruoso: 70 miliardi di dollari per raggiungere l’obiettivo fissato per il 2030 (una parte di questa cifra va alla produzione delle batterie). Il tutto, senza dimenticare un altra tecnologia: l’idrogeno, su cui anche Hyundai-Kia è molto attiva. Sempre Toyoda ha affermato che Toyota continuerà a seguire anche questa strada, che fra le altre cose consentirà di salvare circa 5,5 milioni di posti di lavoro solo in Giappone.

Volkswagen e la seconda vita del Diesel

Se c’è un Gruppo automobilistico che negli ultimi due/tre anni ha dato i segnali più forti in tema di “smobilitazione” dei motori endotermici, questo è sicuramente Volkswagen. Basti pensare che uno dei suoi marchi più rappresentativi (e remunerativi), cioè Audi, dal 2026 non introdurrà più modelli nuovi con motore endotermico. Bene, proprio VW ha mandato nei giorni scorsi la seguente comunicazione ufficiale. “L’ultima generazione di motori Diesel (i TDI 4 cilindri commercializzati da fine giugno 2021) è pronta per l’utilizzo dei carburanti realizzati da scarti e da materiali riciclati”.Audi Q4 e-tron - tre quarti frontale statifca
Il che, per carità, non smentisce i piani fin qui annunciati sull’EV, però rivela come minimo qualche “altalena” a livello comunicativo. Un’impressione rafforzata da un altro elemento di cui vi abbiamo già parlato ma che vale la pena ribadire: il no (a COP26) del Gruppo Volkswagen – in buona compagnia di BMW, Renault-Nissan-Mitsubishi, Hyundai-Kia, Stellantis e Toyota all’accordo, peraltro non vincolante, per eliminare le emissioni (locali, è sempre bene specificarlo) legate alle nuove auto entro il 2040 e accelerare la transizione verso l’elettrico.

L’importante è abbassare la CO2

Come si spiega questa apparente retromarcia di Volkswagen. In verità è bene chiarire che non si tratta di una retromarcia, quanto di una piccola deviazione dal percorso, soprattutto comunicativo, verso l’elettrico. Tradotto: da una parte il messaggio che si è voluto far passare è che Volkswagen sta facendo tutto il possibile per rendere realtà l’auto elettrica. Dall’altra parte, bisogna fare i conti con la realtà, fatta di limiti alle emissioni di CO2, il cui rispetto deve per forza di cosa passare per soluzioni intermedie come i carburanti sintetici e/o realizzati con materiali di scarto.

E quindi cosa comprare?

Spostando il focus dalle Case ai consumatori, a noi, la domanda che sorge spontanea è: ma cosa mi compro? Difficile da dire. Di sicuro, come scritto in altre occasioni dipende molto da dove si vive e da che uso si fa dell’auto.

Se si fanno tanti chilometri, diciamo più di 25/30.000 all’anno, il Diesel è ancora la scelta vincente. A meno di avere possibilità di caricare sia a casa sia al lavoro: a quel punto la scelta perfetta è l’ibrido plug-in. Chi l’auto la usa soprattutto in città – e non ha possibilità di ricarica – vada senza dubbio sul full-hybrid. Se invece l’obiettivo è quello di contenere la spesa d’acquisto, il caro “semplice” motore a benzina è il top. Magari con il mild hybrid, che incide poco sul prezzo ma vi fa entrare senza limitazioni in molte zone a traffico limitato.

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