C’È BISOGNO DI UN PO’ DI “ALLENAMENTO”
Un’altra rivoluzione, sebbene minore rispetto a quella elettrica, la ID.3 la porta a livello di ergonomia. Un tema su cui la Golf ha sempre fatto scuola: ci sali, sulla tedesca, e ti sembra di esserci sempre stato. Trovi tutto al primo colpo, ogni funzione la impari in tempo zero.
Non altrettanto si può dire della ID.3: ingegneri e designer hanno voluto dare un segno di discontinuità forte, riducendo al minimo i comandi fisici. Il risultato è un colpo d’occhio che appaga, una visione d’insieme che fa risultare vecchie molte delle auto in produzione. Se si parla di facilità d’uso, però, qualche dubbio rimane. È ovvio che con il passare del tempo si impara, ma alcune soluzioni rimangono meno immediate.
Esempi? Per accendere e spegnere il climatizzatore, si deve per forza passare dallo schermo centrale, togliendo gli occhi dalla strada. Oppure, per alzare/abbassare (elettricamente) i finestrini posteriori si deve premere il comando rear, sempre a sfioramento, e poi utilizzare gli stessi due tasti che si utilizzano per quelli anteriori.
PER CAPIRLA, C’È BISOGNO DI UN PO’ DI “ALLENAMENTO”
NON È E NON VUOLE ESSERE SPORTIVA