Triumph Street Triple R
Fino a questo momento vi abbiamo presentato sempre moto con numero pari dei cilindri o due o quattro, ma se la chiave per la vittoria stesse proprio nel mezzo? Beh la Street Triple R è sicuramente una delle migliori interpreti della filosofia Triple, da sempre applicata da Triumph alle sue naked sportive. Tra l’altro la Street Triple in tutte le sue declinazioni in questi anni si è ritagliata una posizione di spicco nel segmento grazie alle sue qualità dinamiche già quando aveva ancora il motore da 675 centimetri cubi.
Oggi il suo telaio di alluminio abbraccia un tre cilindri in linea da 765 centimetri cubi e 118 cavalli, lo stesso che Triumph usa come piattaforma per equipaggiare le Moto 2. Il pacchetto offerto da Triumph è molto completo, qui le sospensioni sono regolabili, il comparto elettronico abbastanza completo, anche se non paragonabile a quello di alcune concorrenti. Per portarsi a casa l’inglesina bisogna mettere in conto una spesa di 9.900 euro, cambio elettronico compreso.
Come va
Quando ci sali in sella ti trovi a casa. Pedane, manubrio, sella, tutto al posto giusto, con una zona di passaggio gambe e un serbatoio perfettamente conformati. La Street Triple è compatta e accogliente, ma soprattutto capace di essere molto efficace. Da sempre una moto rapida nell’azione e con una ciclistica di alto livello, oggi inizia a soffrire l’arrivo di modelli ancora più agili. Del resto il tre cilindri offre molti vantaggi ma ha anche una larghezza maggiore, un albero motore più largo e tutto questo si ripercuote sulla velocità di esecuzione.
Vuole il fisico
Insieme a Kawasaki, quindi, la Triumph è quella che va guidata più di fisico, che va accompagnata in curva con il corpo. Lei è in grado di ripagare con una stabilità di livello assoluto e un ottimo avantreno. Peccato che l’assetto sulla moto in prova non fosse perfettamente bilanciato, la forcella Showa SFF BP (come consuetudine) è piuttosto rigida, sostiene in modo eccellente in frenata ma tiene anche la moto un po’ “alta” sul davanti. Di contro il mono ha una taratura di base un po’ morbida che fa sì che la moto sia un po’ seduta e da questo deriva in parte anche la sua fisicità.
Freno motore
Mentre con le moto più “svelte” la fase di frenata e ingresso in curva è estremamente rapida, con la Street l’operazione richiede un po’ più di tempo. Il motore è uno dei punti forti della moto per alcuni punti meno per altri: elasticissimo e con una bella schiena, eroga i suoi newtonmetro con grande linearità e allunga anche in modo deciso, accusa però un freno motore superiore alla media che ne sporca leggermente la scorrevolezza quando si vuole guidare in modo fluido. Lode per il freno posteriore, perfetto per la guida su strada, punto debole le vibrazioni presenti soprattutto sul manubrio e un po’ disturbanti quando si viaggia a velocità autostradale.
Elettronica
Anche l’elettronica inizia a risentire un po’ della carta di identità soprattutto al cospetto di progetti più “freschi”. Le mappature sono ok, ma il cruscotto un po’ datato (e poco visibile in alcuni elementi) mentre il cambio elettronico è perfetto negli innesti ma non dei più veloci nei tagli. La cosa positiva è che le aree in cui la R perde qualche punto rispetto alle concorrenti sono le stesse in cui la RS ha componenti diversi e più evoluti. Parlo del cruscotto e del monoammortizzatore, ad esempio. Per cui sta un po’ a voi scegliere.