La Honda CB 500 F (6.040 euro) ha lo spirito meno irriverente del gruppo. Il suo motore è il più potente (48 cv), ma curiosamente è anche il meno aggressivo. Questo è dovuto in gran parte alla sua architettura: è un bicilindrico frontemarcia, una scelta progettuale caratterizzata da una gran regolarità di erogazione, pochi strattoni ma anche meno brio quando si prende in mano il gas.
È UNA HONDA
La Honda CB 500 F è la più pacifica delle tre anche per come accoglie il pilota. In questo caso, la sensazione di trovarsi su una moto di piccola cilindrata è solo accennata, a differenza delle altre due partecipanti a questa prova: il peso c’è ma non è fastidioso e il manubrio ha la corretta distanza dal busto, con le braccia che non finiscono per trovarsi accartocciate. Si è dentro la moto, non sopra, e con lei anche i più alti hanno vita facile.
Quella di accogliere tutti con una ergonomia che pare sempre perfetta è una “stregoneria” Honda, che chi ha posseduto (o possiede) una moto del Marchio conosce bene. Il livello qualitativo delle finiture è altissimo: i cablaggi sono ben nascosti, la leva del freno è regolabile nella distanza e gli accoppiamenti delle plastiche sono perfetti. L’unica pecca riguarda il manubrio: è troppo ruotato all’indietro (si può rimediare intervenendo sui riser e aggiustando l’inclinazione) e ha una piega eccessivamente accentuata (ma questo non si può modificare).
COMODITÀ
Al bicilindrico Honda manca lo spirito gagliardo dei due monocilindrici (BMW e KTM), ma la sensazione di morbidezza e facilità che regala la Honda CB 500 F è unica. Non vibra e non strappa, nemmeno se il pilota ha maniere brusche con la frizione. Insomma la Honda è accomodante, facilita la vita anche a chi impugna il manubrio di una moto per la prima volta in assoluto. Ha comandi perfettamente tarati e l’assetto ha una taratura molto soft. Sul pavé della città si procede in scioltezza, come in sella a uno scooter, grazie alle sospensioni capaci di digerire qualunque tipo di ostacolo. A chi cerca una moto semplice e confortevole, la CB 500 F si propone immediatamente come un’interessante candidata.
MI MANCA IL FIATO
Quando però la strada si aggroviglia e il traffico si dirada, il carattere pacioso della Honda CB 500 F diventa quasi un punto debole. Non è una questione di difetti o mancanze, semplicemente la sua struttura meccanica è pensata per divertirsi in scioltezza, senza aggredire l’asfalto come invece fanno le sue antagoniste. Se si forza l’andatura per inseguire BMW e KTM, emerge qualche limite: per esempio quello del peso, il più alto del gruppo (190 kg con il pieno), o delle le sospensioni morbide (pur regolabili nel precarico: un plus nella categoria) che affondano e si estendono con troppa facilità. Anche la frenata è non molto incisiva e il manubrio offre poca leva nei cambi di direzione. Insomma guidare aggressivi con la CB non è così redditizio: meglio pennellare le traiettorie ed evitare grandi staccate.
GIOCO DI CAMBIO
C’è più cilindrata, vero, ma anche un frazionamento e un peso maggiori. Quel che ne consegue è una erogazione differente rispetto a BMW e KTM. Al motore mancano i muscoli che sfoggiano i rivali ai medi regimi, ma se spremuto il bicilindrico sfodera comunque un allungo deciso. L’erogazione è lineare, non c’è mai un cambio passo vero e proprio, ma attorno agli 8.000 giri scarica abbastanza potenza da innescare qualche sorriso furbo al pilota. Appena la pendenza stradale supera il 3% occorre lavorare parecchio con il cambio, un’operazione comunque non fastidiosa grazie ai comandi molto precisi.
Facile, confortevole e capace di regalare divertimento senza troppe discriminazioni, la Honda CB 500 F è anche molto parca nei consumi: se non si esagera con il gas, i 25 km/litro (veri) sono la norma. È la scelta ideale per chi non cerca emozioni forti ma piuttosto una moto sicura, svelta e piacevole da utilizzare anche in coppia: tra le tre, è anche quella che ospita più volentieri il passeggero. Se pensate di viaggiare molto in coppia fateci un pensierino. Leggi il confronto: