fbpx

Prova Yamaha Niken la “carver bike”

Ride the revolution, questo il claim della nuova Yamaha Niken. Un claim che abbiamo sperimentato di persona lungo i 280 km di curve austriache di questo test. Tante curve, tante situazioni meteo differenti per scoprire una moto "normale" che fa cose eccezionali.

  LIVE   In tutte le discipline o, se vogliamo, in tutte le aree tecnologiche c’è un momento in cui il progresso compie un balzo che si potrebbe definire generazionale. Il momento in cui qualcuno butta un sasso bello grosso nello stagno. E nulla è più come prima. È successo nello sci, con l’avvento degli sci carving, capaci di cambiare completamente il modo di affrontare le piste. È successo nella MTB con l’arrivo delle ruote da 29 pollici, più grandi, meno maneggevoli ma più scorrevoli: prima osteggiate, poi universalmente adottate. È successo anche nel mondo delle moto, con l’arrivo dei tre ruote.Fa discutereSono momenti storici decisamente “divisivi”, questi, in cui conservatori e progressisti si scontrano in modo molto acceso. La storia ci insegna che in questi casi c’è sempre stato e ci sarà sempre chi rifiuterà il nuovo, chi lo amerà e chi starà alla finestra.La storia ci insegna che queste innovazioni spesso non sono capite immediatamente. Ma inesorabilmente si fanno spazio, in alcuni casi diventando degli standard. Quanti sci dritti e lunghi vedete sulle piste? Quante MTB con ruota da 26″? Guardatevi attorno e vi risponderete da soli.Sulle moto è un po’ differente. Il mondo dei tre ruote va innanzitutto capito. Per chiarire che non è e non sarà mai “sostitutivo” rispetto a quello delle moto tradizionali, piuttosto sarà complementare. Mezzi come la Yamaha Niken non rubano il mercato alle moto, semmai lo allargano, offrendo un altro punto di vista.Punto di partenzaOccorre partire da qui per capire la Yamaha Niken (si pronuncia Naiken). In questo caso è toccato al costruttore di Iwata l’onere e l’onore di buttare il sasso. I tre ruote non sono una novità: Piaggio ne reclama legittimamente e a gran voce la paternità con il suo MP3. Ma Yamaha ha pensato al tre ruote da un punto di vista completamente diverso.Cambio di mentalitàL’analogia con la saga del TMax in questo caso è tutt’altro che fuori luogo. Prima dell’arrivo del maxi di Iwata, gli scooter erano poltrone che servivano per andare da A a B, nella massima comodità ma senza emozione. Con quel modello è cambiato il modo di pensare allo scooter, che si è trasformato in un mezzo sportivo, in grado di dare soddisfazione nella guida. Niken vuole fare lo stesso nel mondo dei tre ruote. Non è un mezzo per andare da A a B, per quello ci sono i tre ruote normali (tra cui il Tricity) ma la proposta per alzare l’asticella del divertimento, abbassando quella dello stress. Proprio come gli sci carving.Meglio due (davanti)Yamaha Niken dettaglio doppia ruota anterioreSe la seconda ruota anteriore porta indubbiamente maggiore sicurezza, raddoppia l’impronta a terra e migliora il “feeling” in curva (tutte cose già ampiamente sperimentate con gli attuali threewheeler) è certo che aumentando i cavalli può anche crescere il divertimento. La Niken nasce proprio per questo, è uno schiaffo alla “normalità” e ai conservatori. Osa, azzarda, muove le acque.Motore da MT ma non del tuttoLa parte più normale della Niken è sicuramente il motore, che deriva in modo piuttosto stretto da quello della MT-09. Tre cilindri, 847 cc, 115 cv a 10.000 giri e 87,5 Nm a 8.500 giri i suoi numeri. Tutto uguale? Non proprio: Yamaha ha lavorato su iniezione e albero motore, appesantito rispetto a quello della MT-09, per avere un’inerzia aumentata del 18% e migliorare la fluidità di marcia. Di pari passo è stato accorciato il rapporto finale (due denti in più di corona, da 16-45 a 16-47) per mantenere il brio tipico della naked Yamaha pur con un peso superiore. L’elettronica prevede TCS (controllo di trazione) regolabile su due livelli oppure disinseribile, l’ormai noto D-Mode che cambia erogazione e risposta al gas (1 più diretto – 2 medio – 3 più morbido), Cruise control e Quick Shifter che funziona solo in salita di rapporto. Scontata la presenza dell’ABS (a tre canali), obbligatorio.Telaio ibridoFulcro dell’attenzione è ovviamente la ciclistica. Il tre cilindri è abbracciato da un telaio “ibrido”, composto da un traliccio in tubi di acciaio unito a piastre fuse in alluminio nella zona del pivot forcellone. Il forcellone è diverso da quello della MT-09 ma tutto l’insieme fa sì che l’interasse della Yamaha Niken alla fine sia solo 10 mm più lungo rispetto a quello della Tracer 900. Il che fa capire bene le misure della tre ruote Yamaha.Quadrilatero magico Il sistema di basculamento a quadrilatero sfrutta, ovviamente evoluto in chiave prestazionale, lo stesso principio applicato al Tricity, qui però declinato in versione sportiva. Per arrivare, infatti, a un angolo di piega di 45° per lato, le forcelle (il plurale è d’obbligo perché ci sono quattro steli) sono state spostate all’esterno, diventando anche un elemento estetico. L’attenzione al contenimento dei pesi ha portato alla definizione di diametri differenziati per ciascuno stelo. La Niken ha sospensioni completamente regolabili e la funzione ammortizzante delle forcelle è affidata allo stelo posteriore (regolabile nell’idraulica) da 43 mm di diametro (escursione 110 mm), mentre lo stelo anteriore svolge solo funzione di guida e ha diametro di 41 mm. Il contenimento dei pesi ha coinvolto un po’ tutti gli elementi, serbatoio compreso (18 litri per oltre 300 km di autonokmia), in alluminio. Un lavoro che ha portato buoni frutti, visto che la Niken ferma la bilancia a 263 kg con il pieno di benzina. Non stiamo parlando di libellule, ma molte maxi enduro con due (sole) ruote pesano di più…Fifty fiftyPer bilanciare i pesi, potenzialmente caricati avanti a causa del meccanismo di basculamento, i tecnici di Iwata hanno spostato indietro il guidatore. Il manubrio ha un offset spostato verso il retrotreno e di conseguenza il rider siede 50 mm più indietro rispetto a una MT-09: questo fa sì che la Niken con pilota a bordo (ipotizzato da 75 kg) abbia una distribuzione dei pesi 50-50, quasi come una moto sportiva.Ruote piccole per sceltaAnche la scelta delle ruote anteriori da 15 pollici di diametro (gommate con due Bridgestone A41 realizzate appositamente) risponde a varie esigenze. Yamaha ha provato vari diametri, scegliendo questo come miglior compromesso tra basse inerzie – 2 ruote da 17″, provate in fase di sviluppo, hanno mostrato troppa inerzia, rallentando l’azione della Niken, mentre Yamaha la voleva “svelto” – e stabilità ad alta velocità. Le due ruote sono distanziate tra loro di 410 mm, il che rende la Niken guidabile solo da persone con patente motociclistica. Yamaha avrebbe potuto scegliere un interasse tale da renderla accessibile a chi guida con patente B. Ma non era questo lo scopo: la Niken, secondo loro, è una moto per guidatori evoluti. Tre i freni a disco, da 265 mm i due anteriori con da pinze a 4 pistoncini e da ben 298 mm il posteriore.Questione di angoloYamaha Niken dettaglio strumentazioneL’impegno maggiore dei tecnici è stato riservato ai vari angoli delle ruote, che restano allineate tra loro a qualsiasi inclinazione. Il quadrilatero fa sì che in piega la ruota interna “spinga” quella esterna, e per migliorare feeling, tenuta e usura gli ingegneri giapponesi hanno sfruttato la teoria di Ackermann, che prevede differenti angoli di sterzata tra ruota interna ed esterna per compensare i raggi di curvatura differenti. La ruota interna alla curva, infatti, percorre una circonferenza più stretta rispetto a quella esterna. Questa teoria, ben nota nel mondo del kart e delle auto, è stata applicata a questo sistema, garantendo tenuta, feeling di guida ed evitando che le ruote, anzi le “lame” visto che Niken significa doppia lama in giapponese, “scivolino” sull’asfalto, usurandosi in modo anomalo.PrezzoInsomma ci hanno lavorato non poco, e gli elementi tecnici “buoni” a bordo della Niken ne sono parecchi. Per questo motivo il prezzo fissato per l’Italia in 14.990 euro è da ritenersi più che accettabile. Ma la moto piacerà al pubblico italiano? Yamaha è pronta a scommetterci e ha lanciato un intenso programma di test su strade di montagna (secondo Yamaha le migliori per capire le potenzialità della Niken), per far provare il nuovo mondo a più motociclisti possibile. La Niken arriverà a settembre, ma è già possibile ordinarla sul sito niken-yamaha-motor.eu.  RIDE  Yamaha Niken camera carLa cosa più divertente appena lasciato il parcheggio dell’Hotel è stato vedere una lunga fila di Niken che zigzagavano sulla strada. Destra-sinistra-destra, come se i tester improvvisamente fossero stati presi da un raptus. Cercate di capirci: la curiosità era molta e comprendere come approcciare la Niken, come reagiva alle sollecitazioni che un motociclista imprime normalmente a una moto era la priorità. Come si approccia la Niken? Né più né meno di come si fa con una moto normale. Le reazioni sul manubrio agli spostamenti di peso, i “movimenti” durante l’impostazione di una curva sono esattamente quelli di una moto con due sole ruote. Con una differenza: la smisurata sensazione di appoggio anteriore che regala una confidenza esagerata a piloti di qualsiasi esperienza. Non serve “prendere la mano”, si sale e si guida con tanta confidenza.Terreno idealeSella a 820 mm da terra, baricentro basso, peso elevato ma messo bene. La gestione della Niken a motore spento o a bassissima velocità (le inversioni vengono quasi meglio che con alcune moto a due ruote) è molto intuitiva. Piove quando partiamo da Kitzbuhel e l’asfalto fradicio imporrebbe cautela, ma con la Niken non è un problema, né lo diventano le strisce pedonali o le righe bianche. Perché l’avantreno sembra incollato all’asfalto e disegna traiettorie che sembrano tirate con il compasso. Più le condizioni si fanno difficili e più la “spensieratezza” con cui la Niken si lascia condurre fa la differenza.Stress freeYamaha Niken movimento frontaleUna cosa deve essere comunque chiara: la Niken non fa le cose da sola, non è una moto da incapaci, è un mezzo che va guidato allo stesso modo in cui si guida una moto. Solo che ti offre una maggiore sicurezza generale, una sensazione di tranquillità maggiore. Non si fanno cose differenti rispetto a una moto, semplicemente si fanno con meno stress.BilanciamentoBrava è stata Yamaha a regalare alla Niken questo comportamento dinamico e questo bilanciamento. La guardi e appare pesantissima (il doppio avantreno non aiuta la snellezza), sali e la vedi larga come una motoslitta (cosa utile per la protezione, che non è affatto male). La guidi e scopri che la Niken è in realtà leggera da guidare, te ne accorgi alla prima rotonda quando fai un destra/sinistra rapido con un feeling pazzesco. Non ci sono reazioni strane allo sterzo, gli spostamenti del corpo, la pressione su pedane e manubrio e il modo in cui reagisce la Niken sono esattamente gli stessi di una moto tradizionale.Pieghe da sportivaLa fiducia che ti trasmette l’avantreno è tale che finisci per piegare tanto, sempre e comunque. Piegare quanto? Fino ad affilare le pedane sull’asfalto, segno di avvertimento che indica l’approssimarsi dei 45 gradi promessi dal sistema di basculamento Yamaha. Bello constatare come in questa situazione, a questi angoli, l’avantreno mandi ancora segnali rassicuranti di grip e precisione, invogliando a insistere piuttosto che a mollare. Visto che si dà gas molto presto, è la ruota posteriore a inviare qualche segnale d’insofferenza, chiamando spesso in causa il traction control o, se lo avete disattivato, partendo in un drifting che con un appoggio anteriore del genere alla fine diventa quasi gasante.Dal bagnato all’asciuttoMan mano che l’asfalto passa sotto le ruote della nostra Yamaha Niken, il clima migliora e passiamo dall’inverno all’estate, dal bagnato (e innevato) all’asciutto. Il ritmo aumenta e con esso il sorriso sotto il casco. 280 chilometri di curve austriache ci hanno lasciato addosso tanta voglia di guidare. E questo è sicuramente un buon segnale. Un segnale che sottolinea quanto abbiamo apprezzato la grandiosa stabilità sui curvoni veloci (da 130km/h in su) e la precisione nel definire e mantenere linee perfette. Linee che una volta in piega si è in grado di gestire semplicemente, spostando il corpo o giocando con il gas. Tutto questo è figlio dell’avantreno “inusuale”, capace di trasmettere una sicurezza assoluta.Meglio arrotondareYamaha Niken movimento in piega frontaleLa facile conseguenza di una così alta percezione di sicurezza è l’aumento del ritmo, che la Niken asseconda in modo del tutto naturale, anche se ovviamente al crescere della velocità non si ottiene la rapidità di esecuzione di un cambio di direzione su una moto più leggera. Per quanto i tecnici Yamaha abbiano lavorato molto bene, le inerzie del sistema, sia pur minime, si sentono, “arrotondando” la guida della Niken, che va assecondata con una guida più fluida che “spigolosa”. Quando viene guidata in questo modo, credetemi, è in grado di regalare più di una soddisfazione nella guida veloce.Dove la Yamaha Niken può fare la differenza, anche dal punto di vista della sicurezza, è nelle fasi “critiche” che ciascuno di noi ha vissuto almeno una volta nella guida stradale. Il momento in cui in curva percepisci di essere un po’ largo e che con la moto causa sempre qualche sudore freddo, con la Niken, grazie alla confidenza che offre l’avantreno, lo gestisci semplicemente inclinando di più la moto e rientrando in traiettoria.Freni Yamaha Niken curva estrena moto in piega con strada sullo sfondoL’impianto frenante, invece, non esalta: pur dando segni di un netto miglioramento durante la giornata (le moto avevano pochi km e l’impianto si è rodato per bene strada facendo), sconta un piccolo gap di potenza. Occorre spremere per bene la leva, il “morso” delle pinze anteriori sui dischi da 265 mm (il massimo possibile nei due cerchi da 15 pollici) è fin troppo gentile e l’incremento della potenza frenante non proporzionale alla trazione impressa sulla leva. C’è da dire, però, che la Niken concede staccate decisamente “profonde”, perché permette di prolungare la frenata fino quasi al punto di corda, visto che è del tutto esente dall’effetto “stand-up”.Assorbe tuttoYamaha Niken movimento frontaleDa lode il comportamento della sospensione anteriore quanto ad assorbimento delle asperità. Il fatto che le due ruote si dividano il compito da brave gemelle, rende l’avantreno assolutamente impermeabile alle asperità e capace di filtrare qualsiasi cosa senza rimandare quasi mai al manubrio alcun tipo di movimento. Questa caratteristica non fa che aumentare il feeling di guida, soprattutto quando il fondo è “misto” (mezzo asciutto/mezzo bagnato), sporco o sconnesso.Di contro, proprio come avevo ravvisato sul Tricity, l’avantreno assorbe così bene da far risultare “secco” il posteriore, che scalcia un po’ sulle asperità più pronunciate.MotoreIl capitolo motore parla di un tre cilindri che si conferma bellissimo per carattere, sound e ampiezza di erogazione. Mi piace questa versione con l’albero motore appesantito, perché rende l’erogazione più lineare. Mi piace un po’ meno la mappatura 1 del D -Mode, un po’ aggressiva nella risposta e che fa riemergere un gioco di trasmissione altrimenti inconsistente. Elasticissimo, capace di scendere a 2.500 giri in sesta, ha una schiena considerevole e un bell’allungo, anche se qualche vibrazione arriva sulle pedane attorno ai 7000 giri. Buono ma non eccellente il quick shifter, che si attiva solo oltre i 4.000 giri (secondo me un po’ tardi) ma che resta non rapidissimo e con innesti un po’ contrastati: in questo c’è chi fa meglio.Chi la vuole?Se la Niken farà sicuramente discutere. Yamaha ha osato ma non ha fatto un salto nel buio, e infatti tecnicamente e dinamicamente la Niken ha molto da dire. Come tutte le cose “nuove” con cui non siamo ancora capaci di confrontarci, richiederà tempo per essere capita. A meno che non la proviate, perché in tal caso la capirete molto in fretta. Se siete tra quelli che la denigrano a priori vi do un consiglio, non provatela. Ammettere di aver sbagliato potrebbe essere un fastidio. 

 

Scopri gli articoli speciali

Articoli correlati
KTM 790 Adventure, il 2025 è arrivato
Prova Honda NT1100, la Touring che diverte
Prova SYM ADX TG 400 - Fuga dalla città