MINI, formazione a due punte per riconquistare la Dakar
Dal 2012 al 2015 ha dominato, trasformando la Dakar nella propria riserva di caccia preferita. Poi, nel 2016, quando è
Dal 2012 al 2015 ha dominato, trasformando la Dakar nella propria riserva di caccia preferita. Poi, nel 2016, quando è
La Regina d’Africa è tornata. Si chiama CRF1000L ma per tutti sarà solo e semplicemente Africa Twin. In vetrina in tutta Europa a fine 2015, sembra avere le credenziali giuste per scrivere un intero, nuovo capitolo nella leggendaria storia delle Honda ‘dual-purpose’ create per evocare emozioni.
Una delle edizioni meno combattute della storia viene conquistata dal qatariota Al Attiyah. La MINI All4 Racing si conferma la vettura da battere, agevolata dalla disfatta Peugeot.
Dopo solo tre tappe Nani Roma, trionfatore nel 2014, abbandona ogni ambizione di vittoria, mentre le Peugeot arrancano e l’Hummer di Gordon si “fuma” i freni. Emergono le Toyota e il qatariota Al Attiyah. Tra le moto battaglia Honda-KTM, Yamaha sembra già fuori dai giochi.
4WD contro 2WD, trazione e potenza contro leggerezza e agilità: il raid più famoso al mondo vedrà contrapporsi la pluri vincitrice Mini All4 Racing alla sfidante Peugeot 2008 DKR. 9.000 km massacranti attendono i 665 partenti.
Il prototipo Peugeot per la conquista del raid più duro al mondo è mosso da un V6 3.0 biturbo diesel da 340 cv. Diversamente dalla rivale Mini ALL4 Racing, rinuncia alla trazione integrale in favore delle 2WD. Escursione monstre delle sospensioni
Farà parte del “dream team” schierato dalla Casa francese per l’edizione 2015 del rally più duro del mondo
Svelata l’arma Peugeot per la conquista della Dakar 2015. Diversamente dalla rivale Mini ALL4 Racing, rinuncia alla trazione integrale in favore delle 2WD. Verrà portata in gara da Carlos Sainz e Cyril Despres
Un quarto di secolo di assenza dalle dune del Rally ha stuzzicato l’appetito del Leone, che per il 2015 si prepara a ruggire di nuovo. Peugeot torna alla Dakar
Pilota precoce, campione plurititolato a livello italiano ed europeo, endurista fino al midollo: ma a Paolo Ceci non basta. Così, tra una Dakar e l’altra, sale ‘in cattedra’