RIDE
Prima di provare e giudicare una motocicletta, mi faccio sempre una domanda. Banale ma indispensabile per capire su cosa mi sto per sedere e quale approccio devo avere: “Cosa promette?“. Nel caso della Benelli Imperiale la risposta era semplice: facilità, feeling immediato, comfort, voglia di guardarsi intorno e anche lo sguardo ammirato di qualche passante.
21 CV POSSONO BASTARE
La giornata passata insieme, che mi ha fatto scoprire la bella Panoramica che da Pesaro porta a Gradara, mi ha confermato che le aspettative sulla Imperiale erano esatte e, soprattutto, che le sue promesse erano state mantenute. Sotto alcuni aspetti, anche per eccesso. Mi ha sorpreso, per esempio, la mancanza assoluta di vibrazioni a tutti i regimi di rotazione del motore. Mi ha sorpreso l’abitabilità, buona anche per chi sta intorno al metro e ottanta. Ma il fatto che il telaio della Imperiale sia pronto per equipaggiare modelli di cilindrata e prestazioni superiori hanno imposto dimensioni generose. Mi è piaciuta l’elasticità del motore, che permette di trotterellare in souplesse fra terza e quarta anche sulle strade da guidare. In città, anche se scendi intorno ai 2.000 giri, il motore non strappa e fra le curve, anche quelle strette, la coppia (29 Nm a 4.500 giri) ti “tira fuori” senza tentennamenti. Pensavo infine di dover cercare la sesta marcia, che non c’è, ma i 130 in quinta non tirano il collo al piccolo monocilindrico. Ma, per la Imperiale, autostrade e tangenziali non sono certo terra di conquista.
BUONA AUTONOMIA
Non ho potuto verificare l’esattezza del dato dichiarato da Benelli, ma i 28 km al litro mi sono sembrati empiricamente corretti. Tenuto conto della capienza del (bel) serbatoio, pari a 12 litri, si può quindi prevedere un’autonomia di oltre 300 km, non male per una motocicletta, che comunque non nasce per essere una macinachilometri. Il peso di 197 kg a secco, la ruota da 19″ e le quote di sterzo (25°) e avancorsa (90 mm) conferiscono una buona maneggevolezza in città e fra le auto, quando si guida a basse velocità.
COSA MANCA?
In realtà alla Imperiale non manca nulla. Mi sarei però aspettato qualcosa in più sotto un paio di aspetti. Non mi hanno convinto le gomme, in fatto di feeling. Si tratta di modeste Cordial da 110/90-19” davanti e 130/80-18” dietro. Mi sarebbe piaciuto vedere qualche colore anche “sfrontato” in gamma e mi aspettavo un rispetto maggiore per il marchio Benelli sul serbatoio: un semplice adesivo senza trasparente. Ma il big boss cinese ha apprezzato il mio appunto e ha assicurato che cercheranno subito una differente soluzione.Morale? L’Imperiale mi è piaciuta. Mi è piaciuta perché non solo mantiene le promesse fatte prima di girare la chiave, ma si è spinta un po’ oltre. E mi è piaciuta anche perché una moto così, per di più con il marchio Benelli, è davvero capace di regalare libertà.