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Alla BMW Serie 1 è andato di traverso il motore. Per anni, decenni, BMW ha fatto dell’architettura con motore longitudinale un marchio di fabbrica. Una scelta ben precisa, funzionale alla trazione posteriore e alla possibilità di alloggiare motori fino a 6 cilindri in linea. Ora, almeno sulla più piccola della gamma (esclusa l’elettrica i3), cambia idea. E lo fa per motivi molto pratici.
Più spazio nello stesso ingombro
Il primo vantaggio del motore montato trasversalmente sta nel fatto che, a parità di lunghezza della carrozzeria (4,32 metri, per 1,8 di larghezza e 1,43 di altezza), l’abitacolo è più spazioso. “Liberando” infatti dalla meccanica la parte davanti a esso, resta più spazio per i sedili (+3,3 cm per le ginocchia di chi siede dietro) e per il bagagliaio, che nello specifico passa da 360 a 380 litri in configurazione 5 posti. Non ci sono particolari vantaggi invece nella zona piedi, sempre dietro, visto che comunque il tunnel della trasmissione rimane per le versioni XDrive.
Ipertecnologica
Indipendentemente dallo schema meccanico, anche la Serie 1, come del resto tutte le ultime auto della Casa tedesca, è al top per quello che riguarda la tecnologia. Il sistema di infotainment si basa sul nuovo sistema operativo BMW 7.0 e può essere utilizzato mediante il touch screen, il “rotellone” centrale, i comandi vocali e anche quelli gestuali. A proposito di schermi, quelli principali sono due, entrambi da 10,25 pollici diagonale (se si opta per il BMW Live Cockpit Professional), di cui uno al posto della strumentazione con le lancette, ormai in via d’estinzione. Ultimo, ma non meno importante, l’head-up display a colori da 9.2 pollici, optional.
Tutto per contrastare il sottosterzo
Il nemico numero uno delle auto a trazione anteriore, almeno sulla carta, si chiama sottosterzo. Un nemico che in BMW hanno combattuto con tutte le “armi” a loro disposizione. Prima di tutto, con l’inedita tecnologia ARB, di serie su tutta la gamma: in pratica, il controllo di trazione è posizionato nella centralina del motore anziché nella centralina del DSC (Dynamic Stability Control). In questo modo, la “strada” che devono percorrere le informazioni è più breve, a vantaggio dell’immediatezza delle risposte. In parole più semplici, il “taglio” della potenza è più immediato, con conseguente riduzione del pericolo sottosterzo.
Differenziale meccanico autobloccante
La chicca, però, è riservata alla più potente della gamma (almeno per ora). Fra le ruote anteriori della M135i, infatti, lavora un differenziale autobloccante meccanico Torsen, che migliora sia la motricità in uscita, sia la direzionalità in ingresso.
Sospensioni “come si deve”
Per fare della terza generazione di Serie 1 una vera BMW, a Monaco non hanno trascurato le sospensioni. Ecco dunque che a richiesta si possono avere le sospensioni adattive con VDC (Variable Damper Control). Una soluzione che permette di scegliere tra due diverse tipologia di risposta degli ammortizzatori: Comfort o Sport. Su tutta la gamma, inoltre, l’asse posteriore è del tipo multi-link.