DRIVE
Parte del merito va al pacchetto M Sport, che porta con sé anche l’impianto frenante sportivo e volendo anche le sospensioni adattive M, oltre al differenziale sportivo. Così, selezionando la modalità Sport, la Z4 diventa una brutta gatta da pelare per molte concorrenti.
FRENI DA 10 E LODE
A stupirmi non è tanto lo sterzo, che non è particolarmente diretto e pronto, quanto la rapidità nelle reazioni. In Sport la Z4 sembra irrequieta, in realtà è già pronta a mangiarsi la prossima curva. Aiutata dall’impianto frenante sportivo M, instancabile e soprattutto potente e modulabile al millimetro. I 258 cv del 4 cilindri turbo spingono sempre con una certa forza, anche se l’erogazione è piuttosto piatta e termina a circa 6.000 giri senza troppi complimenti. Bello il sound del doppio scarico, mentre il cambio automatico a 8 marce non è male, ma potrebbe essere un po’ più veloce quando si decide di darci dentro davvero.
DOPPIA ANIMA
Sotterrata l’ascia di guerra, basta premere il tasto Comfort per un weekend in dolce compagnia, senza alcuna velleità sportiva. A quel punto la Z4 si ammorbidisce e recita piuttosto bene la parte della macina-km. Certo non si può definire confortevole in senso assoluto, ma non si dimostra una tavola di legno su buche, dossi, tombini e pavé. E, fatta eccezione per un certo rumore di rotolamento dei pneumatici, in autostrada non diventa una tortura. O, quantomeno, è in linea con il comfort offerto dalle rivali del segmento.
GUERRA TEDESCA
La BMW Z4 sDrive30i M Sport che ho guidato parte da una base di 59.400 euro, che possono crescere facilmente se si attinge dalla lunga lista degli optional. Una caratteristica, questa, che la avvicina pericolosamente, tanto per dirne una, alla Porsche 718 Boxster, che offre nella sua versione “base” ben 300 cv (e il cambio manuale). Per una guerra che si annuncia praticamente tutta tedesca.