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Prova Ducati Panigale V2 La Supermedia

Una Panigale a misura d’uomo? Eccola servita. La V2 è tutto fuorché un vorrei ma non posso: compatta e leggera, tremendamente efficace e divertente. Guidarla vuol dire goderla. E quando guardi il cronometro…

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Bellissime, potentissime, a volte fin troppo. Inutile dire che le top superbike sono le moto che tutti amerebbero sfruttare al limite. Peccato che alla fine sono molto pochi quelli che ci riescono. E non va dimenticato che le prestazioni delle maxi sportive attuali stanno diventando molto impegnative anche fisicamente. Chi cerca il divertimento però vuole anche altro, per esempio girare tutto il giorno senza arrivare alla sera disfatto dalla fatica. Ecco perché (e lo dico da tempo) le sportive di “media” cilindrata possono e devono avere un loro spazio sul mercato.

SUPER MEDIA

Per Ducati il termine “media” ha contorni un po’ vaghi. Infatti mi riesce difficile considerare tale la Panigale V2 (nemmeno “super media”, come la chiamano loro), e nemmeno una moto d’accesso. A dirlo sono innanzitutto il prezzo di 17.990 euro e la potenza. Se si pensa che una 999R, massima espressione della sportività bicilindrica di una decina di anni fa, aveva 150 cv e questa ne ha 155 beh, fate i vostri conti.

 MOTORE, EURO 5 CON QUALCOSA IN PIÙ

Un rapido sguardo rende chiara l’operazione Ducati: il motore (Euro 5) è ancora il bicilindrico Superquadro 955 cc da 155 cv a 10.750 giri e 104 Nm di coppia con funzione portante, ma molti elementi, filosoficamente e tecnicamente, derivano dalla 1299, primo fra tutti il monobraccio posteriore, vero e proprio marchio di fabbrica per ogni Ducati sportiva che si rispetti.  Il tutto con un peso degno di una media cilindrata:  200 kg in ordine di marcia. Il che rende questa moto molto “succulenta”.

FACCIA DA V4

Il look è decisamente ispirato a quello della Panigale V4. Il lavoro dal punto di vista del design è stato davvero di gran livello, soprattutto se parliamo di scarico, che vede sparire il brutto silenziatore sovrapposto della 959 in favore di un tromboncino corto e compatto. Perfetto per lasciare a vista la ruota posteriore, che ora merita di essere vista, dopo che il forcellone bibraccio ha lasciato spazio al nuovo monobraccio. Cambia anche la sella (rivestimento e schiumato più alto) ora è anche più lunga di 20 mm e consente di muoversi longitudinalmente con maggiore agio.

ELETTRONICA GRAN PASSO AVANTI

Ovviamente non mancano tutti i contenuti di elettronica che siamo abituati a trovare sulle Panigale, qui ora ulteriormente impreziosite dalla piattaforma inerziale a 6 assi. La moto può contare su ride by wire multimappa (Street, Sport, Race), ABS che ora diventa cornering,  Traction control evoluto (DTC EVO2), wheelie control e  wuickshifter bidirezionale. Showa firma le sospensioni, con l’ormai consueta, per questa moto, Big Piston con steli di 43 mm di diametro e il monoammortizzatore montato lateralmente.  Anche il cruscotto digitale da 4,3 pollici a colori è ispirato nel look a quello della Panigale V4. Ultima annotazione: l’unica gomma posteriore omologata resta il 180/60.

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