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Prova Kawasaki Z900 2020 Il “quattro” che piace

Prova bagnata, anzi fradicia per la naked “media” di Akashi che conferma il prezzo super competitivo ma introduce i controlli elettronici che mancavano. Bene l’erogazione del motore che convince, peccato manchi il quickshifter

 PROVA BAGNATA

Prova Kawasaki Z900 2020 movimento laterale su strada bagnataDi test drive ne ho fatti tanti ma giuro che in questi anni non ho mai vissuto una giornata così drammaticamente rovinata dal maltempo. Le previsioni non mentivano quando indicavano che la pioggia sarebbe caduta da abbondante ad abbondantissima: a un certo punto del nostro giro si è palesato Noè in persona, che dall’Arca ci offriva un passaggio… Ma otto stoici tester italiani (i francesi hanno mollato e sono tornati in camera…) si sono cimentati comunque lungo un itinerario di 93 km per provare la moto. Provare cosa? In queste condizioni non certo l’assetto alla massima piega (anche perché le Dunlop montate di primo equipaggiamento di intagli non ne hanno moltissimi e l’acqua non la amano molto) quanto piuttosto la nuova posizione di guida, l’erogazione nelle varie mappature e la funzionalità dei controlli.

GUIDA SUL BAGNATO

Prova Kawasaki Z900 2020 curva su strada bagnataPiù di tanto non si può fare ma prendiamo il buono. In condizioni critiche, quando si guida in punta di gas, è facile concentrarsi sulla risposta del motore, capace di mantenere intatte le caratteristiche che lo hanno reso così apprezzato. Quando un quattro cilindri – architettura che ormai Kawasaki condivide in questo segmento solo con la Honda CB650R – funziona così bene non hai bisogno di altri frazionamenti. Spinge, bene, suona bene, non vibra per niente. Kawasaki è stata furba con la Z900, rapportandola correttamente e spingendo più sulla coppia che sulla potenza massima. Il risultato è che la moto è molto reattiva al gas, con una risposta che a tratti diventa esaltante.

OTTIMA GESTIONE DEL GAS

Resta un pizzico di on-off alla prima apertura, una sensazione da verificare sull’asciutto perché sul bagnato questa problematica ovviamente si acuisce. Una volta superato il cosiddetto “pick up”, la gestione del gas è ottimale, millimetrica. Le tre mappe (azionabili con il comando sul blocchetto sinistro, tenendo premuto a lungo con il gas chiuso) cambiano il carattere del motore, ma non tanto la prima risposta, che resta sempre abbastanza decisa. Oggi non mi sarebbe dispiaciuta una mappa Rain un po’ più morbida nei primi 5-10 gradi di apertura del gas: per questo forse il Ride by Wire aiuterebbe.

POSIZIONE DI GUIDA

Prova Kawasaki Z900 2020 curva su strada bagnataLa “nuova” posizione di guida della Z900 mi piace. Le virgolette sono d’obbligo perché di fatto la sella a 820 mm da terra esisteva già, solo che era offerta come optional, mentre ora per l’Europa è di serie. La postura ne trae beneficio, con le gambe meno piegate; ci si siede meno “incassati” e si carica meglio l’avantreno. Promuovo la scelta: sarà chi vuole la sella bassa, ora, a doverla chiedere

TRACTION CONTROL “LIBERTINO”

I controlli sembrano essere funzionali a quanto devono svolgere: il Traction già al livello 2 è abbastanza libero, ma al livello 3 gestisce al meglio la trazione su fondi disastrati come quello della prova di oggi. Promuovo a pieni voti l’ABS e mi è piaciuto anche l’impianto anteriore, che non farà “scena” come quelli con pinze radiali, ma funziona molto bene, almeno in queste situazioni; sulla precedente versione lo avevo provato anche in pista con ottimi riscontri. Come ho già detto preferisco un impianto di qualità con ottime pinze assiali, che su una moto stradale bastano e avanzano, a uno magari più scenografico ma meno performante.

ASSENTE INGIUSTIFICATO

Prova Kawasaki Z900 2020 Hero shot fondo neroIn Kawasaki potevano completare il quadro elettronico con il Quickshifter. Viziati come siamo, l’assenza si fa sentire. Giudizio sospeso per quanto riguarda tutto il resto, sospensioni in primis, che sul bagnato non possono essere giudicati. Ma sulla Z900 torneremo molto presto, non appena le moto arriveranno in Italia.

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